Il sindaco Patrizio Cinque (M5S) è indagato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Termini Imerese sulla gestione del servizio dei rifiuti. Con lui coinvolti l’assessore all’Ambiente Fabio Atanasio e altri 15 funzionari.

Le ipotesi di reato a carico del primo cittadino sono rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e turbativa d’asta.

A Cinque i carabinieri, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del tribunale termitano, Michele Guarnotta, hanno notificato la misura cautelare dell’obbligo di firma. Una misura, quest’ultima, motivata dal pericolo di reiterazione del reato.

L’inchiesta, si apprende da fonti giudiziarie, si incrocia con quella sull’abusivismo ediilizio a Bagheria. Cinque, sin dall’inizio del mandato, è stato al centro di roventi polemiche proprio su questi temi.

Questa mattina il consiglio comunale di Bagheria era riunito quando è arrivata la notizia dell’indagine: la seduta è stata sospesa per l’assenza di gran parte della delegazione grillina. Cinque, eletto nel 2014, è uno dei nove sindaci siciliani di 5Stelle, è un ex collaboratore del gruppo parlamentare dei grillini all’Ars ed è molto vicino al candidato governatore di M5S Giancarlo Cancelleri.

L’inchiesta  trae spunto dalla denuncia della dirigente del Comune Laura Picciurro su un affidamento diretto, nel 2015, da parte dell’amministrazione comunale, alla ditta Tech del servizio di raccolta e trasferimento dei rifiuti in discarica e negli impianti di recupero per un importo di 3 milioni di euro. La dirigente denunciò irregolarità nell’assegnazione del servizio con la procedura della somma urgenza alla società subentrata al Coinres. Il caso venne discusso anche dalla commissione regionale Antimafia che sentì sia Cinque che la dirigente. Il sindaco sarebbe indagato per turbativa d’asta e abuso d’ufficio insieme a una ventina di dirigenti e funzionari comunali.

Nell’inchiesta è finita anche la vicenda, già nota alle cronache, della casa abusiva del suocero della sorella di
Cinque. Il sindaco risponde in questo caso di violazione del segreto d’ufficio in concorso con l’ispettore della polizia municipale Domenico Chiappone. Quest’ultimo gli avrebbe rivelato l’esistenza di un’inchiesta della Procura di Termini sull’immobile abusivo. La procura aveva contestato a Cinque anche l’omissione di atti d’ufficio che il gip, però, non avrebbe ritenuto sussistente.

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