Si è tenuta oggi, presso il Tribunale di Palermo, Sezione Lavoro, la prima udienza sui ricorsi presentati dagli agenti di polizia municipale assistiti dagli avvocati del sindacato Csa che rivendicano il pagamento delle indennità per le prestazioni rese secondo il progetto miglioramento servizi presentati dall’amministrazione comunale.
Per il Comune una richiesta di esborso di circa 20 milione che creerebbe non pochi problemi al bilancio. Il giudice, ha riunificato tutti i procedimenti, fissando la prossima udienza per discussione e decisione per il prossimo 12 dicembre del 2019.
“Ricordiamo a tutti coloro che nel tempo hanno tentato di mistificare la legittima rivendicazione sindacale “del diritto dei lavoratori al pagamento di prestazioni rese”, che la strategia condivisa dal Csa – spiega Nicola Scaglione segretario provinciale del sindacato – con i lavoratori, oggi produce i suoi effetti positivi in sfregio alle azioni avverse, spesso formulate a mezzo stampa, mirate a tutto tranne alla tutela dei colleghi.
Ricordiamo ad ogni buon fine, che abbiamo iniziato la vertenza in tempi non sospetti, con azioni concrete di protesta, condivise nell’assemblee convocate, ma che oggi qualcuno tenta di dimenticare mistificando e la tempistica dell’azione”.
La vertenza, spiegano dal Csa è soltanto sindacale ed è stata portata avanti solo dopo la chiusura dell’amministrazione che ha costretto gli agenti della polizia municipale ad intraprendere la via giudiziaria.
“Da qualche tempo soggetti terzi alla polizia municipale hanno tentato di attribuire valenza politica alla vertenza del Csa, addirittura taluni vorrebbero riversare la responsabilità dell’eventuale dissesto dell’amministrazione comunale sulle spalle dei lavoratori, che legittimamente difendono un loro diritto – aggiunge Scaglione – Il sindacato Csa, a tutela dei lavoratori, in ossequio alle leggi della Repubblica, tutelerà i colleghi da tutte le possibili ingerenze, ribadendo che eventuali effetti negativi per l’amministrazione non potranno essere imputate in alcun modo ai lavoratori che hanno reso una prestazione lavorativa e ne chiedono il legittimo pagamento, lasciando le altre responsabilità a chi di dovere”.
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