Richiesta di rinvio a giudizio per inquinamento ambientale, distruzione e deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto, inadempimento del contratto in pubbliche forniture, abuso d’ufficio e rifiuto di atti d’ufficio.
Queste le ipotesi di reato che la Procura di Agrigento ha messo nero su bianco nella richiesta di rinvio a giudizio avanzata nei confronti di 18 persone. Tra loro il sindaco di Lampedusa, il suo predecessore, l’attuale capo della protezione civile siciliana, alcuni dirigenti regionali che negli anni hanno ricoperto ruolo direttore generale del dipartimento Acque e rifiuti e i vertici della ditta aggiudicataria ed esecutrice dell’appalto.
Al centro dell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Paola Vetro, un presunto sversamento a mare dei reflui fognari provenienti da cinque impianti di sollevamento nell’isola. Secondo gli inquirenti, a partire dal 2015 i reflui venivano deviati dall’impianto non funzionante in una vasca artificiale in cemento che, a sua volta, versava o nella vecchia condotta sottomarina, a settanta metri dalla costa, oppure nella falesia e quindi a mare con presenza di forte odore di fogna anche a venti metri dalla costa.
I nomi
La Procura di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di: Nunziatina Sonja Cannizzo, 52 anni, ex amministratore Nurovi srl; Mattia Mondello, 31 anni, ex amministratore unico della Nurovi srl; Emanuele Mondello, 63 anni, attuale amministratore unico della Nurovi srl; Giovanna Taormina, 54 anni, amministratore unico della ditta Edilscami srl; Luigi Fidone, 47 anni, direttore tecnico dei lavori di ampliamento del depuratore per conto della Nurovi srl; Giusy Nicolini, 61 anni, ex sindaco di Lampedusa; Salvatore Martello, 66 anni, sindaco di Lampedusa; Manlio Maraventano, 54 anni, ex responsabile del servizio VII del comune di Lampedusa; Francesco Brignone, 59 anni, ex responsabile del del servizio VII del comune di Lampedusa; Calogero Fiorentino, 66 anni, attuale responsabile del servizio VII del comune di Lampedusa; Giuseppe Tornabene, 69 anni, ex direttore dei lavori; Giuseppe Dragotta, 67 anni, direttore dei lavori; Salvatore Stagno, 51 anni, in qualità di R.U.P.; Maurizio Pirillo, 60 anni, ex direttore generale del Dipartimento Acque e Reflui; Marco Lupo, 53 anni, ex direttore generale del Dipartimento Acque e Reflui; Salvatore Cocina, 64 anni, ex direttore generale del Dipartimento Acque e Reflui e attuale capo della protezione civile siciliana; Felice Ajello, 65 anni, Dirigente regionale del Servizio I; Marcello Loria, 67 anni, in qualità di Dirigente del Servizio I.
L’ipotesi della procura
Secondo quanto ipotizzato dalla Procura i “reflui provenienti dal centro cittadino venivano inizialmente deviati mediante una condotta bypass in una vasca creata nella terra all’esterno dell’area dell’impianto dove stagnavano per diversi giorni e fino al raggiungimento di tirante idrico tale da determinare con l’ulteriore immissione di refluo un convogliamento in ulteriore condotta sfociante a mare. In seguito, spianata la vasca, i reflui venivano deviati dall’impianto non funzionante in una vasca artificiale in cemento che, a sua volta, versava o nella vecchia condotta sottomarina, a settanta metri dalla costa, oppure nella falesia e quindi a mare con presenza di forte odore di fogna anche a venti metri dalla costa.”
Prima udienza a vuoto
La prima udienza preliminare, davanti il gup del tribunale di Agrigento Stefano Zammuto, è andata a vuoto per alcune mancate notifiche. Nel collegio difensivo gli avvocati Mariangela Cucchiara, Giusi Troni, Luigia Di Fede, Francesco Messina, Paola Carfì, Emanuele Dalli Cardillo, Corrado Giuliano, Giuseppe Grillo, Giuseppe Scozzari, Gaetano Caponnetto, Enrico e Fabio Quatttrocchi, Antonino e Carlotta Calafato, Giuseppe Scozzari, Massimo Blandi, Giuseppe Sceusa e Giovanni Crosta. Si torna in aula il 5 luglio.
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