Una scuola certamente provata da quanto accaduto nei giorni scorsi, sopratutto nel suo corpo docente. Questo il clima che il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha trovato all’istituto Caponnetto a Palermo.

Qui nella borgata della Marinella a Tommaso Natale, teatro dell’aggressione di alcuni genitori verso un insegnante reo di aver buttato fuori dalla classe il loro figlio perchè disturbava le lezioni, l’atmosfera è pesante. Gli aggressori stamattina sono stati denunciati.

 Ad esser colpito non è solo il docente di matematica vittima di un pestaggio a sangue ma i tanti insegnanti che ogni giorno tentano di portare un barlume di legalità in una periferia che come tante altre di Palermo, rimane ancora terra di nessuno.

“Quando accadono fatti come questi è giusto manifestare solidarietà a questo insegnante che poi è verso tutti gli insegnanti che meritano rispetto sostegno per una funzione educativa centrale per i nostri figli – ha sottolineato Faraone che parla anche delle condizioni fisiche e morale del docente -. E’ scosso, ha paura. Io l’ho sostenuto a nome del Governo e spero che torni nei prossimi giorni in Aula anche se è abbastanza ammaccato perchè è stato picchiato ferocemente”.

“Dobbiamo fare recuperare autorevolezza morale alla scuola  che si è andata perdendo anche a causa di una società che tende più a disgregare che unire.  I genitori devono essere rispettosi dell’autorità degli insegnanti, aver rispetto per gli insegnanti è aver rispetto per i propri figli. Chi ha commesso questo tipo di gesti deve essere punito. Noi siamo qui a nome del governo nazionale e a sostenere gli insegnanti”.

“Questo è un quartiere difficile. Allo Zen non hanno un buon codice ma è un codice unico ma qui i codici sono differenti, questi residences dati a tutti gli sfrattati di Palermo hanno creato delle faide interne.  Io oggi mi sento demotivata sono venuta con spirito differente. Il nostro collega è moralmente a terra, era arrivato quel giorno con le caramelle per i suoi ragazzi – racconta la collega Maria Teresa Inzerillo -. Qui i genitori non hanno idea di cosa è la scuola, la vedono come un nemico per i loro figli ma ci sono anche genitori anche diversi rispetto a quelli di cui stiamo parlando”.