“L’intelligenza artificiale è una risorsa per una sanità più efficiente ed accessibile. Riduce la burocrazia e migliora le cure. La centralità della persona non è in discussione. Le liste d’attesa lunghe in sanità sono inaccettabili”.

Con queste parole l’onorevole Saverio Romano, presidente della Commissione per la Semplificazione, ha aperto il suo intervento a Siracusa durante il Forum Fiaso, il convegno dedicato all’Intelligenza Artificiale e al futuro della sanità italiana.

Il messaggio è chiaro: l’Intelligenza Artificiale non è una moda passeggera né un’illusione futuristica. È uno strumento reale, concreto, già oggi capace di trasformare il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Ma perché ciò accada, serve visione, competenza e – soprattutto – coraggio politico.

L’IA possibile soluzione alle sfide del SSN

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, al centro dell’indagine conoscitiva avviata dalla Commissione, mette sotto i riflettori uno dei settori più strategici e in difficoltà: la sanità.

Il SSN deve affrontare sfide sempre più complesse: liste d’attesa insostenibili, disuguaglianze di accesso, carenze di personale, inefficienze organizzative. L’intelligenza artificiale, se ben integrata, può offrire soluzioni concrete: dalla diagnosi precoce alle terapie personalizzate, dalla gestione dei flussi alla prioritizzazione automatica delle visite urgenti.

“Algoritmi intelligenti capaci di analizzare i flussi, prevedere i momenti di maggior affluenza e riequilibrare l’agenda in tempo reale. Un software che supporta la scelta prioritaria di una visita, che segnala un referto urgente o suggerisce appuntamenti alternativi. Questo è il futuro prossimo”, ha spiegato Romano.

Romano: “Bisogna comprendere potenzialità e limiti dell’IA”

L’on. Romano lancia un monito: non servono né entusiasmi acritici né paure paralizzanti. Serve equilibrio: comprendere le potenzialità dell’IA, ma anche i limiti, valutando ogni intervento in base a evidenze scientifiche, sostenibilità economica, impatto reale sul paziente.

“Non serve un approccio fideistico ma neppure uno timoroso”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di strutture dati condivisibili, infrastrutture digitali robuste, formazione adeguata del personale sanitario, e modelli di governance efficaci.

Se applicata con trasparenza, nel rispetto della privacy e dei diritti della persona, l’IA può diventare una vera “rivoluzione gentile”. Può liberare tempo per i medici, facilitare la prevenzione, migliorare l’esperienza dei pazienti, razionalizzare l’uso delle risorse. Ma non basta la tecnologia da sola: serve una strategia, una triade solida fatta di investimento, formazione e fiducia.

Secondo Romano, oggi l’Italia ha una finestra unica per trasformare la tecnologia in un servizio concreto al cittadino. Abbiamo gli strumenti: le norme, le risorse, le competenze tecniche. Quello che serve ora è una volontà politica unitaria e coraggiosa.

“Io credo invece che questo sia il momento giusto per trasformare la tecnologia in servizio, per portare il nostro SSN nel XXI secolo – con equità, efficienza e responsabilità. L’IA non è un miraggio: ma richiede scelte coraggiose, coordinate e trasparenti”, ha concluso Romano.

In sintesi, il futuro della sanità italiana non è scritto nei codici degli algoritmi, ma nella capacità del Paese di guidarli verso un sistema più giusto, efficace e umano.