“Condannare i lavoratori del settore rifiuti per interruzione di pubblico servizio, dopo che, per mesi, hanno lavorato senza certezze e stipendi, vuol dire soltanto far pagare all’anello debole le inefficienze di un sistema in piena crisi per la responsabilità delle istituzioni e della politica”.

A denunciarlo è la Fit Cisl Ambiente per voce del segretario regionale Dionisio Giordano intervenendo sui casi dei lavoratori denunciati a Enna Palermo e Messina dopo aver protestato per il mancato pagamento degli stipendi. “Un sistema di gestione dei rifiuti arretrato finisce col generare logiche di attribuzione di responsabilità esclusivamente addossate sugli ‘ultimi’, i lavoratori del settore”.

“All’assenza di una visione industriale del ciclo rifiuti, all’aumento di modalità di affidamento del tutto illegittime messe in evidenza anche dal rapporto dell’Autorità nazionale corruzione, vanno aggiunge la macelleria sociale dei lavoratori alcuni già licenziati, tanti con notevoli ritardi nel pagamento delle retribuzioni ed altri ancora con la beffa di essere sottoposti ad indagine per interruzione di pubblico servizio, solamente per avere lottato per i propri diritti”. Il sindacato parla di un “girone dantesco infernale nel quale si ritrovano quotidianamente molti lavoratori del settore, all’interno di quella che è una vicenda tipicamente siciliana, chi ha colpa è discolpato, chi è innocente ma ha meno tutele paga per tutti”.

“E se i lavoratori di un comune dell’isola, ad esempio Godrano in provincia di Palermo – spiega Alessandro Miranda segretario provinciale Fit Cisl Palermo – , regolarmente in servizio nonostante il ritardo di 13 mesi di retribuzione decidessero di non rendere più la prestazione in attesa di avere riconosciuto il loro diritto, la retribuzione, quale sarebbe l’esito della vicenda? Certamente non quello di condannare l’amministrazione comunale per interruzione di pubblico servizio o per incapacità nel riscuotere interamente il gettito Tari ma più facilmente quello di aggredire l’anello debole del sistema, i lavoratori”.

Il segretario regionale Fit Cisl Ambiente Giordano aggiunge “è arrivato il momento che i comuni dell’isola pubblichino i dati relativi alla iscrizione a ruolo del gettito Tari e i dati relativi a quanto realmente incassato, a dimostrazione del fatto che le responsabilità della politica o della burocrazia troppo spesso ricadono su aziende e su lavoratori ai quali non resta che mettere a rischio anche il proprio casellario giudiziale per avere riconosciuto il diritto alla retribuzione”.

“Un problema culturale quello del pagamento della odiosa tassa sui rifiuti, anche giustificabile dalle sofferenze socio-economiche delle famiglie. I comuni modifichino i parametri ed i criteri di attribuzione a tutela delle famiglie indigenti ma recuperino per intero le somme necessarie per un normale sistema di gestione rifiuti”.

Il segretario Fit Cisl Ambiente conclude, “il governo regionale ponga massima attenzione su questi temi, l’assenza di certezza nei pagamenti dei servizi resi dalle aziende di igiene ambientale allontana dalla Sicilia i players di rilevanza nazionale con il rischio che il settore vada in mano a prenditori piuttosto che imprenditori”.