“In Sicilia sono finiti i candidati al Senato e probabilmente il Senato avrà un seggio in meno perché abbiamo più seggi che candidati”. Lo afferma Luigi Di Maio da Pomigliano d’Arco. In Campania, afferma poi Di Maio facendo riferimento al collegio di Agropoli, “abbiamo perso un solo uninominale, forse è successo qualcosa”.
L’ipotesi di un senato con un senatore in meno si fa avanti dopo il conteggio dei ‘non eletti’ 5 stelle. I quattro posti che non si sono potuti assegnare e che potrebbero essere ridistribuiti ai 5 stelle in altri colleggi non trovano sufficienti candidatis confitti per l’assegnazione.
Così l’overbooking diventa effettivo. Solo tre delle quattro poltrone potranno trovare una persona per sedervi sopra. Una ippotesi che la nuova cervellotica legge elettorale non aveva proprio considerato tanto da dover andare a tentativi per trovare una soluzione che, pur non conmtemplata, rispecchi i principi costituzionali.
Parafrasando una battuta che circola sui social network sembra che, loro malgrado, dopo gli stipendi i 5 stelle sianoc ostretti a restituire anche parte dei voti ottenuti.
Scherzi a parte il problema è serio e va oltre gli slogan come ‘più eletti che candidati’, la situazioone èp realmente tale da far ipotizzare di non assegnare almeno un posto per assenza di candidati. Motivo in più per rivedere una legge inadeguata, complessa e che sembra fatta apposta per impedire la governabilità.
I 5 stelle fanno man bassa, sono 53 gli eletti in Sicilia fra Camera e Senato TUTTI GLI ELETTI
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