Lunedì scorso Catania e buona parte della provincia etnea sono state sommerse dall’acqua, tante auto sono rimaste bloccate e gravi incidenti sulle strade provinciali si sono verificati. La sera successiva è toccato a Palermo, con molte persone rimaste chiuse nelle loro case con le strade allagate.

Ma anche Gangi, le Petralie e Collesano sono state percorsi da autentiche cascate urbane. E la statale SS 624 (Palermo-Sciacca) è stata invasa da fango e acqua.

È il meteo di questo agosto 2018, che in Sicilia come a Roma e di fatto in tutta Italia, è caratterizzato da precipitazioni che non è esagerato definire storiche.

Da mesi, a parlare di trend meteo-climatico completamente cambiato (con previsioni di grandi piogge a febbraio, in piena siccità) è Mario Pagliaro, lo scienziato del CNR che su queste colonne proprio una settimana fa ha parlato dell’urgente necessità di fondare MeteoSicilia.

“Senza un Servizio meteorologico regionale di livello internazionale come quello della Toscana”, sottolineava Pagliaro, “la Sicilia va incontro a gravi difficoltà perché ancor prima che l’economia, le previsioni errate od incomplete mettono a rischio la sicurezza e la salute di molti, specialmente in un territorio enorme come quello isolano dove la rete viaria versa in condizioni più simili a quella di un Paese in via di sviluppo, che ad una regione europea”.

Lo abbiamo intervistato.

Ho provato a visionare le ultime allerte meteo relative a quest’estate pubblicate dalla Protezione civile regionale su Facebook, che è ormai la principale fonte di informazioni per i siciliani. Non ne ho trovata neanche una. Crede che in queste condizioni la Regione Siciliana sia in grado di fondare un servizio meteo regionale come quello dalla Toscana?
«Certo. Non ci sono ritardi che una forte volontà politica non sia in grado di colmare. Quando Musumeci si è insediato come presidente della Regione, a fare la raccolta differenziata in Sicilia erano soltanto Marsala e pochi piccoli Comuni. Adesso la media si avvicina al 30% e Agrigento, che un anno fa praticamente non faceva alcuna raccolta differenziata, è al 70%. Molti Comuni hanno superato il 70% e hanno abbassato la tassa municipale. Nel vostro territorio è appena partito a Petralia Sottana un servizio già presente in tanti altri Comuni che ricompensa con buoni acquisto fino a 20 euro chi conferisce rifiuti differenziati».

Abbiamo appreso da un suo articolo che i servizi del Centro meteo regionale toscano sono addirittura utilizzati dai velisti siciliani. Come nacque il LaMMA?
«Poco più di venti anni fa, Giampiero Maracchi convinse l’allora governo regionale toscano a investire una piccola parte dei fondi europei disponibili per dar vita ad una nuova società consortile con il CNR. L’idea originale era quella di creare una struttura che elaborasse i dati di alcuni satelliti da poco in orbita per il monitoraggio ambientale e fornisse una serie di servizi come quello agro-meteorologico. Il 12 aprile 1997 nasce il LaMMA. In cambio, i meteorologi e i climatologi che lui aveva formato in oltre 20 anni di insegnamento e ricerca all’Università e al Cnr di Firenze avrebbero fornito previsioni meteo di alto dettaglio per il frastagliato territorio toscano. E’ divenuto un caso di studio in tutto il mondo. Nel 2009 la Toscana ha varato una legge regionale ad hoc che ne disciplina le attività che oggi includono appunto le previsioni meteo marine elaborate a Livorno, e lo studio dell’erosione delle coste e delle risorse idriche a Grosseto».

Immaginiamo che sia nata e operativa MeteoSicilia. Come ne beneficerebbero i siciliani?
«La sera e al mattino successivo aprono la app sul loro cellulare e ottengono in tempo reale le previsioni nell’orizzonte del cosiddetto nowcasting (1-3 ore) e al dettaglio territoriale dei 2-3 km, con certezza praticamente assoluta. E con ampia affidabilità nell’orizzonte delle previsioni a brevissimo termine (24-48 ore) e al dettaglio territoriale dei 3-10 km. L’alternativa è quella di oggi in cui fra l’altro ricorrono ai vari servizi meteo privati disponibili online. É appena il caso di ricordare che uno di essi dava sole per l’isola a Ferragosto. È piovuto quasi ovunque».

Cos’è possibile fare contro il fenomeno sempre più frequente degli allagamenti prodotti dalle bombe d’acqua?
«Catania il 21 febbraio del 2013 fu colpita da un flash flood che fece accumulare molte decine di mm di pioggia in un’ora, allagando completamente la città. I modelli numerici NWP (Numerical Weather Prediction, ndr) non funzionarono e, di conseguenza, non ci fu allerta meteo. Ma altri modelli basati sull’uso di alcune tecniche spettroscopiche rese possibili dai satelliti, si sarebbe scoperto poco dopo, prevedevano chiaramente la bomba d’acqua. Inoltre, siamo in grado di suggerire le misure di mitigazione degli allagamenti che sono la raccolta e il riuso delle acque piovane da parte degli edifici e dell’ambiente costruito. E l’uso, penso ad esempio alle zone in prossimità degli ospedali o di certe importanti vie di comunicazione, di nuove barriere anti alluvioni modulari e facili da trasportare e installare». (clicca qui per guardare il video)

Un’ultima domanda. Lei si riferisce anche al servizio meteo-energetico? In che senso il meteo influenza la produzione energetica?
«Oggi una vasta parte della produzione elettrica italiana e siciliana è dovuta ai generatori eolici e ai pannelli fotovoltaici oltre che alle turbine idroelettriche. Le fonti energetiche in questo caso sono vento, sole e acqua, la cui disponibilità ora per ora è strettamente legata alle condizioni meteorologiche. Diventa dunque necessario sapere con precisione quale sarà la produzione energetica del giorno successivo, al fine di programmarla nelle centrali termoelettriche e far fronte alla domanda elettrica complessiva. Non credo siano in molti a sapere che, anche in Sicilia, la società dello Stato che eroga gli incentivi agli impianti alimentati dalle fonti rinnovabili dispone di un formidabile sistema di previsione meteo-energetica satellitare».