- Primo incontro ‘segreto’ fra Italia Viva, Udc, Idea Sicilia e Cantiere Popolare
- Intanto Forza Italia parla riservatamente con il Pd
- Nel Centrodestra qualche divergenza con Lega ed MpA
- Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima alla finestra
- A sinistra accordo da replicare Pd-5 stelle?
- Avanza l’idea di un candidato donna alla Regione
Ci saranno tutti i partiti di centro al vertice segreto di venerdì prossimo. Un vertice che nessuno conferma, tutti smentiscono ma che ci sarà lo stesso. Perché i tempi sono maturi per cominciare a parlare di accordi ma non lo sono per rendere pubbliche le trattative.
Un’estate di trattative febbrili
Si viaggia verso un’estate frizzante per la politica siciliana. Un’estate di trattative, incontri, mediazioni alla ricerca delle alleanze che potrebbero cambiare il volto delle coalizione così come le conosciamo in vista del 2022.
Il ritorno di Razza solo un passaggio
In ballo non c’è soltanto il ritorno di Ruggero Razza nella giunta regionale di governo dal quale dipendono molti dei successivi passaggi nella coalizione che sostiene Musumeci e che dovrà sostenerlo per la ricandidatura. Ci sono molte altre cose in corso a destra e a sinistra, senza dimenticare un centro che può essere ago della bilancia fra le coalizioni.
Andiamo per ordine. A destra sono Lega ed MpA a dover scegliere il proprio posto o meglio a decidere quanto stare dentro la coalizione di centrodestra che attualmente sostiene Musumeci. Assenti all’ultimo vertice di maggioranza, non si sono mai espressi proprio sulla ricandidatura del governatore e attendono al varco Razza e non soltanto.
C’è poi Fratelli d’Italia rimasta fredda all’annuncio della ricandidatura considerato troppo in anticipo rispetto all’autunno 2022 e Diventerà Bellissima che prima correva verso la Lega adesso non più e deve trovare collocazione non solo in Sicilia dove è chiara la sua posizione, ma anche e soprattutto per le nazionali che arriveranno, anche quelle, fra non troppo tempo.
I Cantieri al centro
Il centro, per parte sua, fa prove tecniche di alleanze. Mentre Forza Italia discute con tutti, anche con il Pd, tutte le anime centriste dunque Udc, Cantiere Popolare e Idea Sicilia venerdì si incontrano anche con Italia Viva che potrebbe saltare il fosso da sinistra verso il centro che però pende a destra. A Palermo il corteggiato è Francesco Scoma, a Catania Luca Sammartino e su tutti vigila Davide Faraone.
Le spaccature a sinistra
A sinistra il primo problema è stare o non in coalizione con i 5 stelle. E prima di pensare alla Regione occorre pensare al capoluogo, Palermo che va al rinnovo in primavera dell’anno prossimo, sei mesi prima della Regione ed è un bel test di rilevanza. Anche l’Italia Viva ha rotto col sindaco Orlando che non si può ricandidare e con il Pd che si è spaccato al suo interno almeno in tre frange. Circola un nome per tutte le ruote, Giuseppe Provenzano, sia come candidato sindaco che come candidato presidente della Regione ma alla Regione il segretario Anthony Barbagallo vorrebbe candidare una donna che viene dalla società civile, deve tuttavia fare i conti con i 5stelle che hanno almeno due candidati in pectore, uno dei quali è il vice ministro Giancarlo Cancelleri per il quale non c’è due senza tre sperando che la terza sia la volta buona. Tutto si dovrà dirimere dopo l’estate quindi in piedi ci sono tre, quattro mesi tosti di incontri e trattative da fare.
I 5 stelle contro Razza
“Razza bis? No grazie. Non comprendiamo cosa sia cambiato dal giorno delle sue, doverose, dimissioni. E in ogni caso l’operato del delfino di Musumeci era deficitario prima che l’inchiesta della magistratura investisse l’assessorato alla Salute, tanto da indurre le opposizioni a proporre una mozione di censura nei suoi confronti” dicono, intanto, oggi i deputati del M5S all’Ars, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa, Antonio De Luca e Giorgio Pasqua, componenti della commissione Salute di Palazzo dei Normanni.
“Se siamo stati tra le ultime regioni ad abbandonare l’arancione, con tutte le ricadute negative del caso – affermano i parlamentari 5 stelle – è anche imputabile a scelte che affondano le radici nei mesi passati, quando Razza era in cabina di regia. Se siamo stati il fanalino di coda in fatto di vaccini, ciò non era certo imputabile a scelte degli ultimi giorni. E potremmo continuare. L’ex assessore alla Salute ha già mostrato di non saper governare la sanità siciliana, anche perché, pur consapevole delle anomalie riguardanti il caricamento dei tamponi effettuati e delle vittime Covid, non si è adoperato né per denunciare, né per impedire la deprecabile pratica. Quale può essere la credibilità di un soggetto che ha già posto in essere simili condotte? Come si può giustificarne la reintegra?”.
“La triste realtà – aggiungono – è che sulle dimissioni di Razza si è giocata la tenuta del governo regionale e adesso che si discute dei prossimi assetti elettorali, Musumeci non vuole privarsi del suo delfino. Peccato che tutto ciò non abbia nulla a che vedere con la salute dei siciliani”.
“Noi – concludono Cappello, Siragusa, De Luca e Pasqua – siamo favorevolissimi che Musumeci lasci l’interim alla Salute: la guerra al Covid ha bisogno di un generale a tempo pieno. Ma sia un generale nuovo”.
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