Stop all’elezione diretta dei Presidenti delle ex province e alla Regione è di nuovo caos. Non c’è fortuna nel percorso di riforma che da ormai quasi sei anni ha cancellato le province senza mai riuscire a dare loro una nuova forma di alcun tipo.

La decisione della Corte Costituzionale che ieri ha cassato l’unica legge organica della Regione in materia pone adesso mille dubbi su come procedere.  In autunno bisognerà finalmente eleggere i Presidenti ma per farlo sarà necessario recepire prima la Legge Delrio o il recepimento è automatico. E ancora i sindaci metropolitani che in via transitoria corrispondevano con i sindaci dei capoluoghi restano in carica o dovranno essere eletti insieme ai presidenti dei Liberi Consorzi.

Il rischio serio è che serva un nuovo passaggio all’ars, circostanza che potrebbe portare all’ennesima riforma, la numero sete dall’abolizione delle province, e chissà quale altro impasse.

La sentenza della Consulta, infatti, lascia basiti gli autonomisti. “La sentenza della Corte Costituzionale sulle province, sostenendo la competenza statale sulla legislazione elettorale anche per gli enti locali, riduce enormemente la portata dello Statuto, eliminando di fatto con un tratto di penna la competenza esclusiva della Sicilia a legiferare sull’ordinamento degli enti locali, e viola il Patto originario tra la Sicilia e lo Stato rappresentato dallo Statuto – dice Rino Piscitello, Coordinatore nazionale di Unione dei Siciliani – Attribuendo alla legge Delrio la qualifica di norma di grande riforma economica e sociale, la Corte avalla la democrazia senza popolo da questa determinata e figlia per altro di una sepolta stagione politica”.

“Chiunque dichiari di concordare con questa sentenza, per ragioni peraltro di puro opportunismo di potere (vedi sindaco di Palermo), è nemico conclamato dell’Autonomia Siciliana. Auspichiamo che tutti operino per disinnescare questa sentenza e per ristabilire il diritto della Sicilia a decidere sul sistema elettorale degli enti locali anche valutando l’opportunità di una nuova riforma che stabilisca la totale gratuità degli eletti in modo da rendere nullo il principale (incredibile) argomento utilizzato dalla Consulta per bloccare la legge siciliana”.

Meno ‘violenta’ la presa di posizione forzista “A seguito della bocciatura della Corte Costituzionale in merito alla norma votata dall’Assemblea regionale nel 2015, la quale prevedeva l’elezione diretta del Presidente, della Giunta e del Consiglio provinciale, l’on. Michele Mancuso, Coordinatore di Forza Italia per la provincia di Caltanissetta dichiara: ” Le sentenze vanno accettate e soprattutto rispettate. Certamente la Sicilia perde una grande occasione di rappresentanza democratica diretta. Per il popolo siciliano, l’aver perso la possibilità di eleggere le Assisi provinciali a rappresentanza dei territori è un danno di notevole entità sociale”.

“Sarà necessario un confronto – continua il Deputato – con le varie istanze territoriali affinché si possa mettere mano alla Legge che regolamenta le ex province, oggi liberi consorzi”.

“Questo – conclude il Parlamentare nisseno – è l’ennesimo effetto negativo del fallimentare Governo precedente, al quale dopo la sentenza sui Commissari della sanità, si aggiunge quello delle ex province”.

Ma la sentenza non è andata giù al Presidente della Regione che attacca la decisione della Corte Costituzionale e annuncia possib ilimricorsi alla Corte Europea dopo un passaggio all’ars è per decidere cosa fare