La legge Delrio che ha riformato le province in tutta Italia è norma di grande riforma e come tale scavalca gli statuti autonomistici, compreso quello siciliano e le loro competenze e va applicata anche in Sicilia.
E’ quanto ha stabilito la Corte Costituzionale che con un pronunciamento pubblicato oggi (sentenza 168/2018) boccia la legge regionale che reintroduceva l’elezione diretta dei presidenti delle ex province ovvero di sindaci metropolitani e presidenti dei Liberi Consorzi di Comuni.
La Corte Costituzionale ha, dunque, accolto il ricorso dello Stato contro la legge regionale approvata in pieno agosto dello scorso anno. In realtà la Corte Costituzionale è andata perfino oltre stabilendo che la materia rientra nel più generale ordinamento elettorale materia di competenza esclusiva statale definita ‘legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane’. Un passaggio forse un po’ forzato al contrario del resto della sentenza abbastanza prevedibile nella parte in cui qualifica la Delrio come norma fondamentale di riforma economico-sociale.
Cassata anche la parte della norma che introduceva un’indennità di posizioni per i sindaci metropolitani e presidenti di Liberi consorzi. Si ingenererebbe una disparità visto che nel resto del Paese l’incarico è gratuito.
Si tratta della seconda legge regionale dell’ultimo anno cassata dalla Corte Costituzionale dopo l’articolo 3 della legge 4 che ha di fatto causato la decadenza dei manager di Asp e ospedali.
“La Corte Costituzionale ha finalmente fatto chiarezza: sulle ex-Province sono stati gettati al vento tre anni quando si sapeva fin dall’inizio che avremmo dovuto applicare la legge nazionale. In tutto questo tempo il centrodestra si è scatenato, alimentando illusioni sul ritorno alla ‘vecchia elezione diretta’ che avrebbe chiamato al voto i cittadini, quando invece sapevano perfettamente che al 99% questa norma sarebbe stata dichiarata incostituzionale” commenta Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd e ex assessore della giunta Crocetta.
“Il centrodestra, ed in particolare il presidente Musumeci, ha utilizzato la prospettiva del ritorno al voto diretto per le ex-Province come ‘esca’ per il proprio ceto politico e per i propri candidati alle ultime elezioni regionali e nazionali. Adesso – aggiunge Cracolici – è il momento di porre fine a questo ‘annacamento’, bisogna dare certezze ai Liberi Consorzi ed alle Città Metropolitane approvando al più presto una legge regionale che introduca l’elezione dei vertici delle ex-Province quali organi di secondo livello, così come previsto dalla legge Delrio”.
Nel prossimo autunno, comunque, si andrà al voto di secondo livello e entro la fine dell’anno le ex province torneranno ad avere una governance anche se svuotate di significato politico e di buona parte anche di significato amministrativo.
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