Scatterà la prossima settimana il razionamento della distribuzione idrica a Palermo. Sono in fase di definizione i turni che saranno resi noti non appena la decisione sarà definitiva. Ma fino all’ultimo istante Amap, Comune e Regione tenteranno tutto il possibile per evitare un ritorno al passato che rischierebbe di essere drammatico per la città di Palermo.

Per una migliore conoscenza della situazione ieri si è tenuta una riunione informale in videconferenza fra palermo e Roma. Da un lato i tecnici del Dipartimento Acqua e rifiuti della Regione siciliana che spiegavano a Roma il motivi della richiesta dello Stato di calamità e l’esigenza di velocizzare una serie di opere che potrebbero se non evitare quantomeno alleviare la crisi idrica.

Agli uffici sono stati rappresnetati i preoccupanti rilevamenti dei livelli degli invasi che hanno riserve ridottissime. In quello di Piana degli Albanesi sono stoccati 2.941.000 metri cubi, ossia 11,1% della portata complessiva (erano 3.168.000 metri cubi la settimana prima); l’invaso Poma dispone di 9.586.000 metri cubi, 15,6%; lo Scanzano 2.030.000 metri cubi, il 17,86%; il Rosamarina 20.309.000 metri cubi 21%.

Uno degli interventi immediati da sbloccare potrebbe essere quello di riparazione dell’acquedotto di Scillato che dal 2010 denuncia una perdita che secondo la Femca Cisl sarebbe valutabile in 100 milioni di litri d’acqua gettati in mare dall’inizio della perdita.

Per parte sua l’Amap sta predisponendo la suddivisione in quattro zone della città ma si cerca di ridurre le medesime zone a tre grandi gruppi di utenze in modo da togliere l’acqua solo una volta ogni tre giorni e non tornare ad una turnazione a giorni alterni come avveniva nei periodi della peggiore crisi.

Attivati i pozzi di riserva e tutti i pozzi affittati in  aggiunta la differenza sulla distribuzione con i tagli potrebbe ridursi a soli 100 litri secondo. Un risparmio per ottenere il quale basterebbe limitare l’erogazione per mezza giornata per ogni area una volta ogni tre giorni.

Intanto il Consiglio dei Ministrio potrebbe trattare venerdì le richieste che sono giunte dalla Sicilia. Una riunione era attesa per ieri tanto da indurre l’Amap a disdire la conferenza stampa che era stata annunciata per oggi. La situazione, dunque, resta congelata anche se tutto è quasi pronto per far partire la turnazione anche perchè una eventiuale dichiarazione dello stato di calamità dovrà poi essere seguita dall’attivazione di una serie di atti e non è certo che gli interventi arrivino in tempo per scongiurarla.

La speranza resta, comunque, legata alle condizioni atmosferiche Devono piovere almeno 25 millimeti d’acqua per 10 giorni da fine gennaio a febbraio e marzo per poter scongiurare il ritorno al razionamento

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