Ha subito le lunghe chiusure a causa del Covid, uno stop a causa di un sopralluogo dei vigili del fuoco per realizzare la messa in sicurezza dell’edificio e pagherà i lavori di restauro de “La Cuba” per circa 200mila euro. Per gli uffici del Comune di Palermo, però, non merita una risposta la richiesta di proroga della concessione del bene. Protagonista della vicenda è la Cvs Management, società responsabile de “La Cuba”, l’immobile comunale che ospita l’omonimo locale. La richiesta che la società ha avanzato riguarda la durata della concessione dell’edificio. Il Comune l’ha concessa per 4 anni e 5 mesi ma per recuperare il costo del restauro, che all’ente non costerà un euro, l’affidamento dell’immobile dovrebbe essere di 7 anni e 2 mesi.

Da mesi chiesto un incontro ma senza successo

Da mesi, così, l’impresa cerca un incontro con l’amministrazione comunale e vive in una condizione di incertezza. Per questo, nelle scorse settimane la società, difesa dall’avvocato Massimo Petrucci (nella foto), founding partner di Slp legal consulting, ha così deciso di passare alle carte bollate diffidando il Comune che, dal canto suo, ha continuato a non rispondere.

Una determina al centro dello scontro

La vicenda trae origine da una determina sindacale del 10 febbraio scorso con cui il Comune di Palermo ha concesso la proroga del contratto per 4 anni e 5 mesi senza tuttavia fornire alcuna spiegazione in ordine al criterio seguito per il calcolo dell’intervallo temporale. La società quindi ha chiesto un incontro per capire le ragioni di questa scelta. Poi a causa del lockdown dovuto alla zona rossa l’appuntamento non si è tenuto. Da quel giorno, il silenzio. Dopo mesi, la diffida e l’ennesimo silenzio.

Ora si spera sul silenzio-assenso

Adesso lo scenario si complica. La legge è dalla parte dell’impresa ma il rischio è quello di uno scontro con la burocrazia. “Di fronte ai continui silenzi del Comune – spiega l’avvocato Massimo Petrucci – con la diffida abbiamo attivato una procedura per far leva sull’eventuale silenzio assenso come prevede l’attuale normativa. L’Amministrazione è però rimasta in silenzio per tutto il tempo che le era concesso. La preoccupazione – prosegue il legale – è che però, a fronte di uno scenario così nitidamente delineato dalla legge, gli uffici comunali non riconoscano una conclusione che, in realtà, è indiscutibile. Le imprese che investono nella città, facendo oltretutto risparmiare costi all’amministrazione – chiosa Petrucci -, non possono ricevere un tale trattamento”.

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