Uno spettacolo pessimo! Quella a cui si è assistito ieri in aula all’Ars è stata una scena deprecabile a prescindere da torti e ragioni. A prescindere da posizioni più o meno legittime, più o meno opportune.

Per chi si fosse perso la puntata precedente basti ricordare che, dopo che la maggioranza è andata sotto in aula su un emendamento riguardante l’Oasi di Troina votato a scrutinio palese, su un altro provvedimento i deputati d’opposizione chiedono il voto segreto ‘per liberare eticamente i parlamentari dai vincoli di partito e votare secondo coscienza’. Un intervento che poi lo stesso Sammartino posterà per intero sui social

Una richiesta di voto segreto che ha mandato il Presidente della Regione su tutte le furie tanto da intervenire in un crescendo culminato in una frase infelice rivolta a Luca Sammartino “Che di lei e di quelli come lei si occupino altri palazzi”. Il riferimento è chiaramente ai palazzi di giustizia. Uno scivolone dettato, probabilmente, da un crescendo di collera ma che ha fatto esplodere l’aula fra attacchi all’indirizzo di Musumeci che andava via sbattendo simbolicamente la porta indicato come “fascista che ha buttato la maschera” e l’imbarazzo del Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè costretto a stigmatizzare la frase e a sospendere l’aula fra gli applausi dei deputati che hanno forse ancor di più imbarazzato l’azzurro.

Ma dopo ore, sfogata la collera, sia pure con toni diversi, Musumeci non ritira certamente la mano dopo aver tirato la pietra. Al contrario rincara la dose

Contro ci sono due visioni della politica diametralmente opposte. Da una parte Luca Sammartino, deputato di Italia Viva, renziano da sempre, presidente della Commissione Cultura, Lavoro e Sport, che rivendica il legittimo ricorso al voto segreto. Che considera la scelta oculata e opportuna per far transitare  alcune risorse in direzione dello sport un mondo che, secondo il deputato di opposizione, è stato dimenticato dal governo. E per ottenere il risultato considera etico ricorrere al voto segreto visto che la maggioranza era già andata sotto anche con un voto palese e che aveva preciso sentore di una condivisione traversale dell’emendamento. Per votare secondo coscienza, dunque, serviva uno scrutinio segreto per evitare quelle che si potrebbero definire ‘le minacce di coalizione o partito’ ma che chi sta al governo definirebbe le linee di rispetto delle indicazioni di partito.

Dall’altra parte della barricata c’è un governatore schierato fortemente contro il voto segreto. Chi, secondo coscienza, vuole votare diversamente deve avere il coraggio delle proprie scelte. Ed il tema non è nuovo. Musumeci che si infuria sull’uso del voto segreto e abbandona l’aula è un fatto ricorrente. Fino ad ora sono tre le finanziarie discusse da questo governo. E la scena sul voto segreto si è ripetuta tre volte su tre. Forse anche per questo la richiesta di voto segreto a taluni è sembrata una provocazione bella e buona

Un legittimo utilizzo degli strumenti parlamentari, dicono, invece, dall’opposizione. e non soltanto. Ma la polemica di ieri, oltre al brutto spettacolo, non è certo finita lì e continua, invece, anche oggi, dentro e fuori il palazzo e perfino, ormai, purtroppo, nella piazza virtuale dei social network.

C’è stato un tempo, infatti, in cui proprio Musumeci difendeva il voto segreto e proprio Luca Sammartino non ha mancato di sottolinearlo su Facebook postando il video di quel tempo

Cambiare opinione non è un crimine. E si dice anche che sono gli stupidi non cambino opinione. Peraltro sono cambiati profondamente i tempi. E’ cambiata profondamente la politica.

Ma è difficile prendere le parti dell’uno o dell’altro. Ci sono torti e ragioni da tutte le parti della barricata. Il voto segreto è una legittima prerogativa del Parlamento. E’ stato istituito per garantire libertà di voto ai deputati senza condizionamenti.  non lo si può invocare solo quando si sta all’opposizione. Occorre rispettarlo anche quando si è al governo magari con una maggioranza risicata e litigiosa. E’ dura. E’ difficile. Ma sarebbe giusto così.

D’altronde è auspicabile che chi vota secondo coscienza ci metta anche la faccia non solo davanti al suo capogruppo o referente ma soprattutto davanti agli elettori.

E ancora la richiesta del voto segreto forse va riservata a pochi casi di coscienza, a casi etici di grande spessore. Ma poi chi decide quando è di grande spessore?

A prescindere da torti e ragioni, lo scivolone c’è stato. Nella dialettica Parlamentare ci stanno le diverse vedute, ci stanno le contrapposizioni anche dure ma quello che non deve mai esserci è il ricorso a temi che con la politica non hanno nulla a che vedere. Un errore dettato dalla ‘pancia’ che non ci saremmo aspettati da un uomo delle istituzioni qual Musumeci è senza ombra di dubbio.

Così come non ce ne voglia il Presidente della Commissione Luca Sammartino quando sosteniamo che forse, pur nella assoluta legittimità delle richiesta di voto segreto, in questa occasione durante la trattazione di una finanziaria d’emergenza questa richiesta la si sarebbe potuta evitare. Legittima ma forse inopportuna.

Anche se, è bene precisarlo ad onor del vero, questi ultimi due capoversi sono opinioni e non fatti. Opinioni su uno spettacolo che avremmo preferito non dover raccontare. E comunque, sul fronte del consenso, di scivolone non si è trattato. Il popolo social che è anche un popolo di elettori ama, infatti, queste posizioni estreme. lo dimostra l’apprezzamento di cui gode il presidente del Consiglio, lo dimostra l’apprezzamento di cui gode il sindaco di Messina e lo dimostrano anche i commenti social alla sfuriata di Musumeci. Il mondo è cambiato anche per questo.

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