Celebrare il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella a un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma.

In ricordo di questo evento narrato nella Bibbia, la Chiesa Cattolica oggi, la domenica precedente alla festività della Pasqua, festeggia “La domenica delle Palme”. Detta anche domenica “De Passione Domini” (della passione del Signore) con questa festività inizia la settimana santa, ma non termina la quaresima, che finirà solo con la celebrazione del giovedì santo, giorno in cui si darà inizio al sacro triduo pasquale.

La liturgia inizia al di fuori della chiesa, dove si radunano i fedeli e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma che sono portati dai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa.

Si hanno notizie della benedizione delle palme a partire del VII secolo in concomitanza con la crescente importanza data alla processione. Questa è testimoniata a Gerusalemme dalla fine del IV secolo e quasi subito fu introdotta nella liturgia della Siria e dell’Egitto. In Occidente questa domenica era riservata a cerimonie prebattesimali, infatti, il battesimo era amministrato a Pasqua.

I fedeli portano a casa, dopo la messa, i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli in simbolo di pace e regalarli a parenti e persone care. In alcune regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua. In molte zone d’Italia, con le foglie di palma intrecciate vengono realizzate piccole e grandi confezioni addobbate, tradizione molto forte in Sicilia e che si è estesa poi in tutta Italia, che vengono scambiate fra i fedeli in segno di pace. Queste palme intrecciate, in genere di colore giallo, sono vendute vicino alle chiese.