“Per ben tre volte il governo ha presentato all’Ars la norma che prevedeva che la governance delle città metropolitane fosse affidata ai sindaci dei capoluoghi. E per tre volte la norma è stata bocciata dal Parlamento con voto segreto”.

Rosario Crocetta difende così l’operato sulla legge che aveva immaginato per il riordino delle ex province e in una nota rimarca quanto aveva proposto e ciò che l’Aula ha cambiato.

Tutto ciò a 24 ore dalla visita di Matteo Renzi che a Catania e Palermo firmerà i ‘Patti’ per le città con Enzo Bianco e Leoluca Orlando, i quali – non essendo sindaci metropolitani – sottoscriveranno il documento con la qualifica di ‘autorità urbane’.

E’ stato proprio questo appunto, superato con una formula che si rifà agli accordi già siglati con Roma per i Pon Metro, a gettare altra benzina sul fuoco delle polemiche legate alla possibile (ed ulteriore) impugnativa della legge regionale sul riordino delle province da parte dell’esecutivo nazionale.

L’impugnativa non riguarda una scelta del governo – continua il presidente della Regione – ma del Parlamento. Prendo atto che alcuni rappresentanti di aree politiche parlamentari, che sono stati sempre contrari al fatto che il sindaco della città metropolitana coincidesse con quello del capoluogo, sono oggi disposti a discutere su quella norma per risolvere il problema col governo. Saremmo felici se tutto ciò avvenisse”.

Crocetta però rispetta la decisione dell’Ars: “dura lex, sed lex” dice, ma annuncia che se “la legge non sarà modificata, fisseremo comunque la data per le elezioni dei sindaci, perché una questione di forma relativa alla scelta del sindaco, non può bloccare la costituzione delle città metropolitane”.

Sulla vicenda, a stretto giro di posta, intervengono i 5Stelle che annuncia che qualora la legge sulle città metropolitane tornasse in aula “noi non parteciperemo ai lavori”. 

!Se l’Assemblea lo farà – dice il capogruppo M5S Angela Foti – lo farà senza di noi. Ormai siamo relegati al ruolo di semplici notai che ratificano quanto imposto da Roma. Questo Parlamento deve avere un minimo di orgoglio e rivendicare la sua autonomia. Crocetta difenda ad oltranza la legge anche di fronte alla alla corte Costituzionale, come ieri ha dichiarato di volere fare. La legge è fatta, indietro non torniamo

Capitalo a parte, invece, merita il caso nel caso: cioè la firma che verrà apposta da Renzi domani a Catania e Palermo sui Patti. Crocetta dopo avere premesso che “sulle città metropolitane non ho nessuno scontro con il presidente dell’Ars Ardizzone né con Bianco o Orlando”,  ribadisce che “la Regione ritiene corretto che a firmarlo (il Patto ndr) siano i sindaci dei capoluoghi”.

Il governatore però sottolinea anche che qualora esistesse “un problema formale di rappresentanza, il documento potrebbe essere sottoscritto concretamente anche dai commissari delle città metropolitane, che hanno titolo per potervi partecipare.”

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