La politica siciliana è da sempre tutta una sinfonia. Ci sono cori polifonici e band unitissime che litigano fragorosamente appena assaporano il gusto del successo, solisti spesso sopravvalutati che si ergono a star assolute e quelli stonati come campane ma convinti di essere il nuovo Frank Sinatra. A suon di musica si può descrivere il quadro che emerge in vista delle prossime elezioni regionali. Quadro suscettibile di cambiamenti repentini e inaspettati, dato che i politici siciliani per lo più, sono come la donna cantata dal duca di Mantova in Rigoletto, “mobile, come una piuma al vento”.

“Vengo anch’io, no tu no” parrebbe essere stato il motivo che sino a ieri il Pd indirizzava a Crocetta, voglioso di ricandidarsi. Poi il governatore non sfascista ha fatto marcia indietro dopo aver incontrato Matteo Renzi, e per ringraziarlo per il suo dietrofront, ieri la direzione regionale del partito democratico ha salutato il suo ingresso con una standing ovation. Chissà che qualcuno sottovoce non abbia anche canticchiato, come omaggio per il segretario Raciti, artefice della reunion, “Da stasera la mia vita, nella mani di un ragazzo, no, non la metterò più”.

“Che fantastica storia è la vita” invece potrebbe essere il refrain che ronza in testa al governatore. Chi gliel’avrebbe mai detto che, dopo 5 anni di sconfessioni da parte del suo partito, oggi sarebbe stato il nuovo eroe dei due mondi (quello reale e quello da lui raccontato)? È bastato aleggiare una candidatura solitaria per far scattare i sistemi di allarme del centro sinistra e quel “Saro ma che dici? non ce l’abbiamo mai avuta con te?”. Quindi quanto mai appropriata è la strofa della canzone di Venditi con quel “E quando penso che sia finita, è proprio allora che comincia la salita: che fantastica storia è la vita”.

Sempre in tema musicale anche Alfano e il suo Ap sanno tanto di una canzone, quel “ci fosse anche solo una probabilità, giocala… giocala… giocala”, di Vasco Rossi perché, dopo lo stop alle trattative col centrodestra, non resta che provare il tutto per tutto con il centrosinistra. Se il partito del ministro degli Esteri riuscisse a conseguire qualche risultato in Sicilia, potrebbe sempre sperare di riacquistare visibilità a livello nazionale e dire a Renzi, numeri alla mano, “Ricominciamo”.

“Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più” potrebbe essere il motivo adatto al centrodestra ritrovatosi unito dopo anni di liti e separazioni. Dalla Lega e Fratelli d’Italia, passando per Forza Italia, sino all’Udc di Cesa e agli Indignati di Gaetano Armao, tutti fanno quadrato attorno a Musumeci. Certo il problema ora è di spostare un po’ quella seggiola per stare tutti comodi, ovvero far quadrare i conti dei posti nel listino e delle liste in generale. Partita non facile visti i trascorsi ad alto tasso di litigiosità ma devono farlo a ogni costo, anche inghiottendo rospi amari perché, oggi più che mai, sono “destini che si uniscono, stretti in un istante solo, che segnano un percorso profondissimo dentro di loro”.

Meno romantici sono quelli della Sinistra che per bocca di Claudio Fava, hanno detto chiaramente no all’ammucchiata con Crocetta e Ap, pur manifestando la disponibilità a incontrare il candidato rettore Micari. “Il triangolo no, non l’avevo considerato” canteranno da quelle parti, probabilmente perché non vogliono ritrovarsi a fischiettare la Vanoni con “accettare questo strano appuntamento è stata una pazzia”.

“Siamo una squadra fortissimi” potrebbero intonare i Cinquestelle, indicati dai sondaggi in un testa a testa con il centrodestra per la presidenza della Regione. Il movimento sta girando in lungo e in largo la Sicilia, scaldando qualche piazza di più e qualche altra di meno, impegnati come sono a presentarsi come forza di governo e non solo di opposizione. Sino ad adesso sono stati “figli delle stelle, senza storia e senza età, eroi di un sogno”, oggi dovranno dimostrare di essere “i ragazzi di oggi noi, I veri amici che tu non hai”.

Una colonna sonora con “Perdono, se quel che è fatto è fatto, io però chiedo scusa” accompagna il ritorno di Fabrizio Ferrandelli nel centrosinistra, dopo essersi candidato appena pochi mesi fa, come sindaco di Palermo sotto le bandiere del centrodestra. Poi, certo, per quanto si sia Coraggiosi, “È un mondo difficile, e vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto”, quindi non si esclude un cambio di schieramento prima, durante o dopo le elezioni.

Infine ci sono le tante canzoni che da tempo urlano a squarciagola i siciliani. “L’Isola che non c’è”, ovvero quella descritta entusiasticamente da Crocetta, “Senza parole”, espressione del siciliano medio mentre legge le vicende della politica locale, e soprattutto l’evergreen molto siculo “Che sarà, che sarà della mia vita chi lo sa? forse tutto o forse niente, da domani si vedrà”.

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