L’istituzione delle Zone Franche Montane (ZFM) continua ad essere solo un miraggio nelle Madonie ma questa volta l’urlo non giunge solo dai paesi madoniti. Il provvedimento, che giace nei cassetti dell’Ars ormai da anni, rimane solo un sogno per le imprese e le attività economiche delle zone montane della Sicilia. Al grido di aiuto delle Madonie ora c’è anche quello di Nicosia, in provincia di Enna. Segnale tangibile che la richiesta delle comunità montane siciliane ora non può più rimanere inascoltata: la politica non può continuare a restare indifferente.

Ma cosa c’è dietro alla mancata istituzione delle ZFM? Una precisa volontà della politica che si volta dall’altro lato oppure solo negligenza? Fatto sta che mentre l’economia siciliana non è delle più rosee, ci sono comuni della Sicilia interna, quella che lotta contro la mancanza delle infrastrutture, dei tagli alla sanità, ai fondi per il sociale, che rischiano di sparire a causa dell’inesorabile spopolamento. E le Zone franche, secondo i promotori dell’iniziativa, potrebbero restituire quella dignità che si sta implacabilmente perdendo.

Resta comunque un tema caldo, anzi caldissimo quello delle ZFM, e la eco sta piano piano coinvolgendo altri comprensori oltre a quello delle Madonie. Sulla questione sono intervenuti ora, con una lettera aperta, oltre ai consueti rappresentanti del comitato promotore e dei sindacati, anche Salvatore Bartolotta, Coordinatore siciliano dei Borghi più Belli d’Italia,  Salvatore Bivona, presidente regionale del Cidec e, come detto, Vincenzo Spinelli, del Consorzio Centro Commerciale Naturale di Nicosia.

La lettera è stata inviata al Governatore Nello Musumeci e al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè (QUI IL TESTO INTEGRALE). Nella missiva viene sottolineato come da ben 1558 giorni l’idea dell’istituzione delle ZFM sia ancora una promessa non mantenuta. Eppure, sottolineano i firmatari della lettera, “lo Statuto siciliano, di rango costituzionale, sancisce la piena autonomia fiscale dell’Isola” e “le ZFM costituiscono una delle migliori manifestazioni di questa autonomia fiscale e rappresentano la risposta legislativa allo spopolamento ed impoverimento delle zone montane della Sicilia”. Un incontro all’Ars è l’ennesima richiesta per dar vita all’iniziativa legislativa che “avvierebbe in Sicilia proposte di attrazione imprenditoriale e di mantenimento delle popolazioni residenti”.

Gaetano Armao, attuale assessore regionale all’Economia, vice presidente della Regione, dovrebbe conoscere il  triste viaggio delle ZFM. Il politico nel 2017 si era lasciato andare ad alcune dichiarazioni quando in Sicilia Rosario Crocetta sedeva a Palazzo d’Orleans e parlava di “assoluta incapacità della maggioranza che regge il governo Crocetta ad operare nell’interesse della Sicilia”. Armao, che è stato anche uno dei principali promotori dell’idea di istituire la ZFU, oggi avrebbe la possibilità, nelle vesti di assessore all’Economia, di portare avanti il progetto.

In verità anche la precedente giunta Crocetta aveva iniziato a parlare di Zone franche. Un progetto poi naufragato e conservato nei faldoni degli archivi di Palazzo dei Normanni. E dire che si era perfino trovata una copertura economica ma tutto si  tramutato in una beffa per l’intenzione della giunta Crocettiana di voler applicare il provvedimento in via amministrativa e non tramite una legge cucita dall’Ars.

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