E’ stata eseguita dagli uomini della squadra mobile di Palermo la prova di sparo delle due pistole trovate nella cassaforte e consegnate alla polizia da Carlo Gregoli e la moglie Adele Velardo, i due coniugi accusati dell’omicidio dello scorso 3 marzo di Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela in via Falsomiele a Palermo.

Una delle due pistole in base alla comparazione con i bossoli potrebbe essere compatibile. Una prova non determinante al momento che dovrà essere comparata con le tracce delle ogive, le uniche che potranno asserire che quella pistola ha sparato nel luogo del delitto.

Resta da chiarire il mistero dei bossoli. I corpi di Bontà e Vela sono stati raggiunti da 24 colpi di calibro nove. In via Falsomiele sono stati trovati solo sei bossoli.

O gli esecutori hanno raccolto i bossoli, ipotesi poco probabile o invece a sparare nel luogo del delitto c’erano pistole a tamburo. Armi che non sono state trovate in casa Gregoli nel corso della perquisizione. Ai due coniugi oltre alle due pistole semiautomatiche sono stati sequestrati fucili, maceti e coltelli. Ma non pistole a tamburo. Domani gli esami sui reperti proseguiranno.

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