“Manifestare stupore per le recenti notizie relative alla previsione di un non meglio precisato bando per l’inserimento negli uffici regionali di stagisti e, ancor di più di personale di società partecipate e, ancora, dei soliti “esperti” in fondi comunitari.
Mentre vorremmo conoscere se si tratta di stagisti, o tirocinanti, e quali sono i numeri indicati 400
per gli stagisti, 150 delle società partecipate e alcune “centinaia”! per gli esperti di fondi comunitari,
rimaniamo basiti dalla circostanza che non venga evidenziata la larga presenza di reali professionalità
all’interno dell’Amministrazione regionale”.
E’ quanto dichiara in una nota il Csa Dipartimento funzionari direttivi della Regione Siciliana.
“Vi sono colleghi funzionari laureati o plurilaureati, altri laureati e abilitati; ve sono molti altri che, pur senza titolo accademico, hanno acquisito sul campo enorme esperienza e competenza, si pensi al settore dell’agricoltura, della contabilità pubblica, della programmazione comunitaria degli incentivi alle imprese, e tanti altri – aggiungono i sindacati – Ci risulta che una ricognizione della formazione dei dipendenti, dei titoli e delle esperienze sia stata avviata tempo fa dal Dipartimento della Funzione pubblica e del personale con richieste individuali a tutti a mezzo mail. Ci chiediamo che fine abbia fatto? Si è conclusa? Chi tiene la relativa banca dati? Se non è stata completata perché non lo si fa?”
Nella nota si fa riferimento anche all’Amministrazione regionale non conosce i suoi dipendenti o che li consideri in una massa indistinta non distinguendo chi ha compiti di responsabilità procedimentale e di natura professionale da tutti gli altri? Cosa hanno di meglio di noi i cosiddetti “esperti”? Nulla quaestio sugli stagisti; Dio non voglia che si dica che i funzionari regionali sono contro i giovani competenti: ci mancherebbe altro; occorre però fare le debite distinzioni.
Nel passato gli stagisti ci sono sempre stati, spesso come meri esecutori delle direttive dei dirigenti piuttosto che in affiancamento ai funzionari direttivi per la realizzazione di progetti di innovazione e modernizzazione dell’Amministrazione pubblica regionale.
Ebbene, questa volta, se tale progetto di formazione andrà avanti, lo “stage” deve essere veramente tale, e cioè, come lo definisce il vocabolario Treccani: “periodo, fase d’iniziazione pratica o comunque di addestramento per lo svolgimento di una determinata attività o professione”.
Diverso è il discorso dei soggetti esterni, siano essi di società partecipate (ma chi sarebbero? adesso che mansioni svolgono? dove?) o ancor di più dei cosiddetti esperti esterni.
La Regione non ha motivo di rivolgersi all’esterno (Formez od altro) dovrebbe invece gratificare davvero i propri dipendenti, funzionari direttivi in testa, con i giusti incentivi sia economici sia attraverso il riconoscimento formale delle competenze e delle funzioni svolte che, si rammenta, sono di altissima qualificazione e professionalità (basta rileggersi la declaratoria della categoria D del vigente CCRL pag. 87).
Il CSA, pertanto, nel chiedere un incontro con l’Assessore delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, per un sereno confronto su situazioni che i funzionari direttivi conoscono bene, vigilerà senz’altro sulla vicenda e darà a tutti gli iscritti e simpatizzanti notizie sugli ulteriori sviluppi della vicenda.
Rammentiamo, con l’occasione gli obiettivi principali del CSA Funzionari direttivi RS sono i seguenti: istituzione di un’Area separata intermedia dei Quadri Direttivi, la perequazione economica con la dirigenza.
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