“E’ intollerabile il comportamento della Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana e degli altri centri di spesa della sanità regionale che scientificamente adottano gare che hanno come obiettivo principale, l’esclusione delle micro e piccole imprese locali”.

Lo dice a BlogSicilia il coordinatore Regionale di Confimprese Giovanni Felice che ritiene che questo atteggiamento finisca per penalizzare ulteriormente l’economia siciliana e mortifica le aziende locali..

“Nonostante i contenuti dell’articolo 51 del nuovo codice degli appalti recita che “le stazioni appaltanti suddividono gli appalti in lotti funzionali” –continua Giovanni Felice – in Sicilia si continua a perseguire la logica dei “Lotti unici” con l’evidente obiettivo di escludere le micro e le piccole imprese”.

“Per raggiungere questo obiettivo si ricorre alle tecniche più disparate – insiste Giovanni Felice- come ad esempio la costruzione di lotti che hanno un importo elevato richiedendo più materiale di quello necessario, ma anche attraverso la realizzazione di lotti unici nel quale sono inseriti prodotti non omogenei o attraverso la richiesta di requisiti non pertinenti come ad esempio, richiedere una certificazione che serve negli USA, per partecipare una gara che si svolge in Italia”.

“Questo modo di agire – conclude il Coordinatore Regionale di Confimprese – non arreca solo un danno alle imprese ma anche ai contribuenti. Fare gare “in somministrazione” per quantità di materiale superiore alle reali esigenze costringe la Regione ad “impegnare” somme che non saranno mai utilizzate, sottraendole a capitoli di primaria importanza. La differenza tra quanto impegnato e quanto realmente speso finisce per generare un comportamento non rispondente ai principi costituzionali del buon andamento della P.A, in quanto si finisce con il prevedere una spesa che successivamente si rileverà non veritiera. Queste somme finiscono per essere sottratte alla spesa sanitaria e finendo nei residui di bilancio finiscono per essere destinati ad altri fine”.