La Sea Watch 3 è entrata in acque italiane. Dopo l’annuncio del comandante di voler raggiungere Lampedusa per “ragioni umanitarie”, la nave della ong tedesca – stando ai tracciati radar e a quanto confermano dalla stessa organizzazione umanitaria – ha violato la diffida della Gdf passando il limite delle acque territoriali delle 12 miglia e sta facendo rotta verso l’isola.

La Sea Watch ha raggiunto Lampedusa e si trova alla fonda a meno di un miglio dal porto dell’isola. La nave della Ong tedesca è stata autorizzata a gettare l’ancora in un punto indicato dalle autorità ma al momento non è autorizzata ad entrare in porto. “Siamo alla fonda a ridosso di Lampedusa – conferma la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi – la nave è stata avvicinata da una motovedetta della Gdf che ci ha chiesto quali fossero le intenzioni del comandante. Abbiamo ribadito che si tratta di ragioni umanitarie, viste le condizioni meteo, con un’onda di tre metri con vento in aumento, e le condizioni psicofisiche delle persone a bordo”.

“Il ministero dell’Interno non cambia idea e non autorizza lo sbarco, se qualcuno non è d’accordo si prende la responsabilità pubblica di dirlo e di autorizzarlo”. Lo sottolineano fonti del Viminale ribadendo la diffida emessa ieri che vietava l’ingresso nelle acque territoriali italiane. La Sea Watch, dicono le fonti, è considerata “non inoffensiva”, anche in base “a quelle stesse convenzioni internazionali che vengono spesso invocate, anche a sproposito”. “Sono complici dei trafficanti – concludono dal Viminale – abbiamo buoni motivi per pensarlo e per dirlo”.

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