No alla scelta del governo della Regione di spostare fuori dall’isola la centrale unica di committenza (Cuc) in pratica la struttura che si occupa degli acquisti necessari all’amministrazione. Le piccole e medie imprese siciliane sono sul piede di guerra per una delibera di giunta che, attraverso convenzioni con altre regioni, punta ad acquisti centralizzati per conseguire risparmi.
La vicenda preoccupa le aziende che temono di ritrovarsi inserite in un sistema di concorrenza che schiacci completamente piccoli e medi locali.
Così la Commissione Bilancio, Finanze e programmazione dell’Ars prepara una risoluzione proprio sulla centrale unica di committenza decisa con la delibera della Giunta regionale e al centro del forte dibattito fra gli operatori del settore che temono venga spostata in altre aree d’Italia la capacità decisionale e con essa si sposti altrove anche la spesa passando nelle mani di grandi aziende nazionali penalizzando le piccole e medie locali. Ad annunciarlo è Riccardo Savona Presidente della commissione bilancio e programmazione, al termine dell’audizione con i rappresentanti delle piccole e medie imprese siciliane che avevano chiesto ed ottenuto di essere ascoltati attraverso le associazioni di categoria. Un incontro definito proficuo con i soggetti interessati che presenta elementi oggettivi di criticità.
“Un confronto in commissione con i rappresentanti delle Pmi siciliane,costruttivo,schietto e che ha fatto emergere sulla Cuc una serie di legittimi dubbi su un eventuale percorso per il sistema delle gare e dei servizi e degli acquisti in generale che rischia con la convenzione in altre regioni che non determinano dalle prime valutazioni dei risparmi netti e una efficientazione dell’intero sistema della centrale unica di committenza.
Abbiamo ascoltato attentamente continua,il Presidente Savona dalla voce degli imprenditori che questa sorta di spending review presenta una serie di falle e rischia soprattutto di far perdere questo patrimonio di competenze e conoscenze che già la Cuc siciliana possiede.Non vorremmo trovarci a una specie di espoliazione e un ulteriore indebolimento per la nostra economia e per la nostra piccola e media impresa,un tessuto umano e di risorse che va tutelato.
Anche perché non sono quantificati e quantizzati bene gli eventuali risparmi con una convenzione con altre regioni che di fatto centralizzerebbero le gare fuori e potrebbero tranciare definitivamente il tessuto produttivo,sociale e lavorativo di questo mondo che è una nicchia importantissima nel nostro mercato interno.
Pertanto,pensiamo invece che la Cuc siciliana va potenziata,visto che finora ha in dotazione solo 11 funzionari addetti alle gara,il tutto va rimodulato ma non va disperso o localizzato verso la via padana,questo sarebbe inconcepibile,perché significherebbe allontanarci dal territorio e dal capitale umano isolano,senza aver chiarito fino in fondo il reale risparmio dell’operazione per la pubblica amministrazione.
Il sistema dei prezzi deve essere incentrato sulla competitiva e sul risparmio a condizione che la Cuc resti in Sicilia.
Quindi conclude,il Presidente Riccardo Savona si è deciso in commissione di preparare l’iter di una risoluzione da sottoporre ai colleghi componenti della bilancio,prima che la Cuc prenda altre latitudini e aree geografiche che non portano alcun beneficio al sistema produttivo siciliano che richiede a gran voce un sistema meno ingessato,con procedure rapide e tempi celeri per espletare le gare,apportando delle nette migliorie al sistema dei prezzi,dove trasparenza e par condicio siano elementi distintivi e fondanti”.
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