In attesa del vaccino, al quale si lavora in vari Paesi su 44 diversi progetti, lo sforzo è quello di aumentare le armi terapeutiche da utilizzare contro il nuovo coronavirus Covid – 19. Al momento, alcuni farmaci già utilizzati per altre patologie hanno dimostrato di essere efficaci: è il caso di alcuni medicinali antimalarici ed anti-Aids, per i quali è giunta l’autorizzazione che li rende a totale carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Ma ai nastri di partenza sono anche varie sperimentazioni su nuove molecole.
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha autorizzato tre nuove sperimentazioni cliniche su farmaci per il trattamento della malattia Covid-19. Si tratta di uno studio su 2 farmaci biologici (emapalumab e anakinra), uno su un farmaco già in uso per l’artrite reumatoide (sarilumab) ed uno studio con il farmaco tocilizumab, anch’esso in uso per l’artrite, in casi precoci e gravi. Già utilizzati in Cina per il trattamento dell’infezione da Covid-19, sono stati intanto autorizzati anche in Italia con la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale i farmaci antimalarici a base di clorochina e idrossiclorochina. Saranno a totale carico del Ssn per il trattamento dell’infezione da Sars-CoV2.
Autorizzate inoltre per lo stesso uso le combinazioni dei farmaci anti-Aids lopinavir/ritonavir, danuravir/cobicistat, darunavir, ritonavir, anche queste a totale carico del Snn. Ad oggi, sottolinea il farmacologo Silvio Garattini, “non abbiamo un farmaco specifico per la cura del Covid-19 ed in una situazione di emergenza facciamo riferimento ai farmaci già utilizzati in Cina per questa epidemia, come nel caso degli antimalarici e degli anti-Hiv. La decisione su quale utilizzare spetta al medico in base alla situazione del singolo paziente, ma per poter dire che uno di tali farmaci è migliore o più efficace di un altro bisogna attendere i risultati degli studi clinici controllati avviati dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa”. Infatti, chiarisce, “i farmaci in uso, incluse le varie combinazioni, sono ancora farmaci sperimentali per i quali speriamo di poter avere conferme di efficacia proprio attraverso gli studi controllati avviati. L’aver infatti provato tali farmaci su pochi casi non basta e gli stessi ricercatori cinesi non hanno ancora pubblicato i risultati sui farmaci impiegati”. Dunque, “per ora dobbiamo utilizzare le molecole disponibili in una condizione di emergenza, in attesa che le sperimentazioni provino ciò che è più indicato ed efficace”.
Attualmente sono in corso studi approvati da Aifa su farmaci già in uso per altre patologie come l’anticorpo monoclonale usato per l’artrite reumatoide Tolicizumab o l’antinfluenzale giapponese Avigan. Ad oggi, le terapie indicate dall’Oms come più promettenti restano la combinazione di farmaci anti-aids Lopinavir/Ritonavir (prescrivibili ora anche dai medici di famiglia per la cura dei malati a domicilio) e del farmaco antivirale Remdesivir, sviluppato per la malattia da virus Ebola. Una speranza potrebbe arrivare anche dal plasma dei pazienti guariti, approccio utilizzato in Cina: un progetto di ricerca tra Toscana Life Sciences e Spallanzani, clonerà gli anticorpi da pazienti convalescenti per sviluppare una cura ed un vaccino.
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