Al Palazzo del Quirinale di Roma si inaugura una mostra antologica del lavoro di Mimmo Cuticchio che è anche la storia di una vita dedicata all’Opera dei pupi, una delle grandi tradizioni del nostro Paese, giunta a noi attraverso l’esperienza delle famiglie d’arte, a partire dalla prima metà dell’‘800.

L’Opera si è arricchita, negli ultimi cinquant’anni, grazie al contributo di Mimmo Cuticchio, anch’egli figlio d’arte, che l’ha proiettata sui palcoscenici di tutto il mondo coniugando gli spettacoli dei pupi – parte fondante di questa tradizione – con il melodramma, la danza e la musica dando vita a un superamento della Tradizione che, in qualche modo è continuità della tradizione stessa interpretata in chiave di ricerca contemporanea.

Il Teatro dei pupi di via Bara all’Olivella a Palermo è il cuore e il motore di un passato recente e di un futuro aperto. Dalla sua fondazione, avvenuta il 18 luglio 1973, ha sempre suscitato un vasto interesse, sia come testimonianza storica sia come ricerca teatrale, richiamando ininterrottamente il pubblico locale e i visitatori stranieri, tra cui autorevoli studiosi e uomini di teatro, che ne scrivono nei loro ricordi con interesse e meraviglia.
La mostra che il Palazzo del Quirinale dedica a Mimmo Cuticchio e all’ Opera dei Pupi dal titolo “L’opera dei pupi. Una tradizione in viaggio” è un viaggio dentro 50 anni di vita, spettacoli, pupi e testimonianza. Un viaggio che non ancora terminato e che continua di pari passo alla meraviglia che suscita nel mondo e attraverso generazioni di spettatori.

L’esposizione si sviluppa nelle sale della Palazzina Gregoriana all’interno del complesso del Quirinale e accoglie materiale scenico in buona parte mai esposto finora. Attraverso un allestimento suggestivo ma rigoroso, studiato con il proposito di restituire la dimensione fantastica dell’Opera dei pupi, la mostra propone un percorso tanto semplice quanto articolato, con alcune sezioni tematiche che alternano l’esposizione di pupi, fondali, cartelloni, elementi della scenotecnica, per concludersi con la parte più tradizionale del “mestiere”, chiamato a rendere testimonianza del fecondo intreccio tra arte e artigianato, che ha caratterizzato la creatività di diverse maestranze dalla prima metà dell’800 ai giorni nostri.

La mostra sarà visitabile dal 7 novembre al 3 dicembre