“Le aggressioni a sfondo razziale di questi giorni sono fatti episodici ma non devono essere sottovalutati. Come al solito tra la sottovalutazione e l’essere interpretati come fatto emergenziale ce ne corre.

Anzi, a volte in queste vicende l’aspetto emulativo ha una sua incidenza particolare e credo che istituzioni e libera informazione dovrebbero dare il giusto peso: non sottovalutare e non amplificare”.

L’ha detto il capo della polizia Franco Gabrielli intervenendo a Palermo alla presentazione delle borse di studio alla memoria di Antonio Manganelli.

“Le aggressioni vanno stigmatizzate, vanno comprese, vanno ridotte ma non siamo in presenza di fenomeni come il Ku Klux Klan in America – ha aggiunto il capo della polizia – Cerchiamo di dare la una giusta misura perché l’emulazione può creare ulteriori problemi. Sparare al diverso, alla persona che si considera non appartenere al proprio ambito sociale, culturale ed etnico può diventare una ‘moda’”.

“Io in queste settimane sono stato in religioso silenzio sul tema delle scorte. Ho sentito pronunciare parole forti: vigliacci, o attività di mobbing.

Vorrei ricordare che quando si decidono delle cose ci sono persone che si assumono delle responsabilità. In un paese che tende sistematicamente ad allontanare sé dalla responsabilità ci sono delle persone che valutano e pongono sotto agli atti che assumono il proprio nome e il proprio cognome.

Possono essere decisioni corrette, non corrette, valutabili, sindacabili, non sono mai un esercizio di vigliaccheria. Anzi. Sono una profonda assunzione di responsabilità. Credo che sia molto più incidente fare iniziative come quelle pensate da Giovanni Montinaro che non attribuire qualche scorta in più.

Credo in questo paese, a parte chi ha legittimamente diritto alla scorta, ci siano stati degli abusi” .Ha aggiunto il capo della polizia alla presentazione delle borse di studio intitolare ad Antonio Manganelli e organizzata a Palermo dall’associazione Quarto Savona 15.

”Cosa nostra c’è, continua ad operare con diverse le modalità. Sono diversi i modi con i quali cerca di riaffermare la sua presenza. Il fatto che per fortuna non ci siano manifestazioni violente, come questa città ha vissuto nella prima e seconda guerra di mafia, nella stagione stragista, non significa che Cosa nostra abbia abbassato la guardia. Ha cambiato strategia come Antonio Manganelli diceva spesso e non lo ha fatto per un libero convincimento, ma perché c’è stata una risposta forte delle istituzioni e soprattutto della società civile”.

Prosegue  il capo della polizia Franco Gabrielli alla presentazione delle borse di studio dell’associazione Quarto Savona 15 in questura.

“Oggi Palermo è molto diversa rispetto al passato – ha aggiunto – Del cambiamento bisogna riconoscerlo in primis ai palermitani che non possono essere additati prima come coloro i quali era tutti collusi e adesso estranei a questo processo di rinascita di questa città. In questi anni cosa nostra si sta attrezzando ha continuato a fare i propri interessi. E’ un’emergenza che va oltre i territori siciliani”.

”Ci sono decine di consigli comunali che vengono sciolti in giro per l’Italia perché collusi o con ‘ndrangheta o con la mafia siciliana o con la camorra tutto questo ci dimostra che il percorso è lungo – ha proseguito – Un’eccessiva rappresentazione quasi edulcorata del passato che si limita alla sola scopertura di lapidi, come se sia ormai qualche cosa non appartiene al presente sarebbe un rischio da non correre. Noi non lo stiamo correndo l’impegno è massimo le attività investigative sono massime. E’ ovvio che l’attività delle mafie ha assunto un andamento carsico ed è molto più complicato accertare e individuare le responsabilità”.