Solo un esercizio di stile, di ipotesi, di scenari di applicazione della legge Severino, la più contestata norma degli ultimi anni e forse la più incostituzionale ma mai passata dal vaglio di costituzionalità perché nessuno vuole essere ricordato come colui che la fece cassare e diventare il bersaglio principale del populismo che governa il sentimento italiano.

Non cambierà nulla nella mappa del Parlamento siciliano negli ultimi 5 o 6 mesi di legislatura nonostante gli arresti e le condanne pronunciate nelle ultime settimane.

A rendere inefficace tutto è stata, per assurdo, la chiusura del Parlamento per consentire la campagna elettorale. Una chiusura che ha rinviato qualsiasi analisi della situazione ad un momento successivo al 14 giugno.

Così, ad Assemblea chiusa, è stato arrestato il deputato regionale nonché candidato sindaco di Trapani Mimmo Fazio. per lui la Commissione verifica poteri avrebbe, normalmente, proceduto a nominare un deputato supplente per legittimo impedimento trovandosi ai domiciliari. Ma il Parlamento era chiuso e dunque non si è concretizzato l’impedimento a prendere parte ai lavori d’aula e prima che il parlamento riaprisse è arrivata la scarcerazione.

Fazio è stato rimesso in libertà ieri (3 giugno) e dunque non può configurarsi alcun impedimento e la verifica poteri potrebbe addirittura non riunirsi affatto in assenza di elementi da analizzare. Lui continuerà la campagna elettorale. Resta il divieto di dimora a Palermo e questa circostanza andrà vagliata ma è difficile che incida

Non accadrà nulla neanche nel caso della condanna di Roberto Clemente. Pena esigua, solo sei mesi, al di sotto delle previsioni della Severino, ipotesi di reato non contemplata dalla stessa legge Severino e, infine, pena sospesa.

Insomma nulla di fatto. Il mazzo di carte con cui giocare la partita resta lo stesso con buona pace di chi sperava di fare uno scorcio di legislatura magari da deputato e anche da candidato