Non un accordo umanitario, ma un sistema militare per evitare le partenze dei disperati bloccandoli sulle coste piuttosto che respingerli quando arrivano in Europa. Un accordo inumano e contrario a tutti i trattati internazionali sulla protezione dei rifugiati. E’ una critica feroce quella mossa dalle organizzazioni umanitarie di tutto il Mondo impegnate nel Canale di Sicilia sul fronte dell’immigrazione, del salvataggio, dell’accoglienza e dell’assistenza.
Proprio mentre a Malta si firma il contestato accordo fra Libia e Unione Europea sono ben oltre duemila le persone salvate in mare. L’ultima ondata nel corso della notte con il mare in burrasca. Quattrocentoquarantuno sono stati tratti in salvo mentre tentavano la traversata su un piccolo rimorchiatore.
Il diffondersi delle notizie sull’accordo ha causato una reazione delle organizzazioni di trafficanti di uomini che avevano ammassato sulle coste libiche migliaia di migranti in attesa di partire abbiano anticipato i viaggi non curandosi dei rischi pur di incassare i compensi e liberarsi di questa moltitudine umana.
Fra le persone tratte in salvo sabato, purtroppo, anche i cadaveri di due bambini mentre un uomo viene curato per un ferita da arma da fuoco al braccio. Avrebbe raccontato che non voleva imbarcarsi per il freddo e le condizioni del mare. Tutto hanno pagato all’organizzazione circa 1700-1800 euro per il viaggio.
Oltre i 1600 del fine settimana e i 441 quarantuno di stanotte altri 5 operaizoni di salvataggio si sono svolte in queste ore ed hanno riguardato altre 450 persone circa mentre ulteriori 437 sarebbero stati fermati dalla marina libica e riportati a terra proprio come prima misura di applicazione dell’acclordo, una sorta di dimostrazionedi forza e di buona volontà dei libici.
La difesa dei diritti umani sembra essere stata del tutto dimenticata, sostiene Save the children visto che il blocco libico non fermerà le organizzazioni di trafficanti che troveranno altre strade probabilmente ancor più rischiose soprattutto per i minori nona ccompagnati
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