Ai tempi del Grand Tour era una tappa irrinunciabile. E nei resoconti dei viaggiatori si trovano tante tracce e descrizioni di un sito unico al mondo. Da allora le catacombe dei Cappuccini di Palermo sono conosciute come il luogo in cui si conserva, in un gioco di memoria e di mistero, un gran numero di mummie: quasi duemila corpi di religiosi, personaggi storici, artisti, borghesi tra i quali l’antropologo Dario Piombino-Mascali ha compiuto un viaggio raccontato ora con taglio letterario e divulgativo nel libro “Le catacombe dei Cappuccini. Guida storico-scientifica” (112 pagine, edizioni Kalos, 12 euro). Piombino-Mascali aveva già curato gli interventi per la conservazione in una culla hi-tech della mummia più conosciuta, quella di Rosalia Lombardo, la bambina del volto sereno e delicato morta a due anni di polmonite nel 1920 e imbalsamata da Alfredo Salafia, il maestro del “sonno eterno” che aveva inventato una tecnica di conservazione molto innovativa e ancora oggi insuperata.

Con la precisione di un testo scientifico, Dario Piombino-Mascali racconta il suo percorso lungo i corridoi e le cripte dell’antica città della morte. Le catacombe si svelano sotto molti aspetti: dalla storia del luogo alla sua formazione a partire dal 1599, dai provvedimenti igienici alle credenze e alle pratiche funerarie, fino ad arrivare alle testimonianze di donne e uomini di arte e di lettere che non seppero resistere al fascino della città sotterranea. Nella descrizione di volti, corpi e storie lo studioso suggella il legame, apparentemente inconciliabile, tra scienza e letteratura.