Una donna di 26 anni del Colorado, negli Stati Uniti, è stata lasciata sola in una cella durante il parto, senza  che gli agenti di custodia e gli infermieri della prigione intervenissero, nonostante le richieste di aiuto della giovane, secondo una causa federale presentata, a un anno di distanza dai fatti, avvenuti nel luglio del 2018, davanti al Tribunale distrettuale degli Stati Uniti in Colorado.

Un video di sorveglianza della prigione di Denver, fornito dall’avvocato della Sanchez, Mari Newman, che è francamente scioccante, mostra la giovane sdraiata su un letto della cella, che piange da sola prima di togliersi le mutande e dare alla luce suo figlio. La causa parla di “inutile terrore, dolori e umiliazione che continuano a causare un forte trauma emotivo”. L’avvocato Newman afferma che Sanchez stava “urlando per il dolore” e che un agente era stato mandato a chiamare un’infermiera, ma quella avrebbe risposto “di non disturbarla fino a quando non avesse concluso la conversazione in cui era impegnata al telefono”. Quando il bambino di Sanchez viene alla luce, dopo sei ore di travaglio, la donna è sola. Eppure, dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, denuncia la legale, gli agenti avrebbero potuto e dovuto vedere la donna che soffriva. “Nonostante il fatto che il personale medico la stesse monitorando tramite video, non hanno intrapreso alcuna azione per fornire le cure mediche di emergenza che erano così ovviamente necessarie”.

Secondo la causa, il bambino di Sanchez non ha ricevuto cure mediche adeguate dopo la sua nascita. “Nessun infermiere nel carcere della Contea di Denver ha preso tutte le misure per fornire le cure necessarie per indirizzare i fattori di rischio per il neonato”, ha affermato nella causa.

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