I capi del mandamento dell’Acquasanta controllavano ampie zone commerciali. Chi non pagava riceveva le visite degli uomini della cosca che secondo gli investigatori avevano il compito di spedire messaggi chiari e inequivocabili a chi aveva aperto attività.

Fabrizio Basile detto “u fasuluni”, è accusato in questa operazione di partecipazione in associazione di stampo mafioso (per essere stabilmente inserito nella famiglia mafiosa dell’Acquasanta), di concorso in una serie di estorsioni o atti intimidatori aggravati dalla circostanza di cui all’art. 416 bis1 c.p., di partecipazione ad associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Le indagini svolte hanno fatto emergere gravi indizi di colpevolezza Basile per la sua costante collaborazione con i vertici della suddetta famiglia mafiosa, tra cui Giovanni Ferrante, impegnati in varie attività illegali tra cui, in particolare i “prelievi estorsivi” nei confronti dei commercianti del territorio dell’Acquasanta e il traffico di stupefacenti.

Dagli esiti degli accertamenti investigativi, Basile si sia occupato in prima persona delle attività estorsive, ponendosi a disposizione dei vertici della famiglia mafiosa dell’Acquasanta per la realizzazione di danneggiamenti e atti intimidatori ai fini estorsivi, eseguendo le direttive a lui affidate.

Il collaboratore di giustizia Vito Galatolo ha descritto Fabrizio Basile come una persona che gode della piena fiducia di Giovanni Ferrante il quale lo utilizza come “braccio operativo” per l’attuazione di una molteplicità di reati, in particolare nelle attività estorsive e nella realizzazione dei danneggiamenti a fini intimidatori.

Come accertato dagli investigatori Basile nel 2016 concorre negli atti intimidatori a fini estorsivi ai danni della Caffetteria Raccuglia Snc e della New Motors di Fabio Nangano.

Napolitano ha ordinato a Ferrante nel 2016 di compiere due atti intimidatori a danno di due esercizi commerciali identificati nella “Caffetteria Raccuglia” (…via La Marmora all’angolo… sta aprendo un bar … questo già ce l’ha il bar lì questo signore… il bar forse si sta spostando e sta aprendo all’angolo un altro bar… e ci sono impalcature… che lui forse ha…), nonché nella “New Motors” (…no…prima (inc.) ponte… sotto …sotto… sopra la via Notarbartolo… scendi appena tu scendi c’è la scuola là… Gonzaga…).

Ferrante conferisce a Basile  l’incarico di eseguire il progetto delittuoso (“in via La Marmora… gli devi mettere una bottiglia di benzina… gli lasci la bottiglia di benzina con la miccia… nel negozio di motori gli devi mettere l’attack ai lucchetti…”) commissionato dal Napolitano (“un lavoretto per amici nostri”), indicando anche alcuni dettagli della forma di manifestazione della minaccia(“…lasci due bottiglie (inc.) con un pezzo di pezza che esce da là dentro e le lasci qua … e le metti all’apertura……lo sai che fai… una chiusa… gliela metti dentro… e una con la… con la miccia gliela lasci sopra… fai subito lo tiri… e quella di fuori e te ne vai… dov’è che c’è l’apertura vedi forse e dall’altra parte … a posto questo devi fare … buona una là dentro chiusa e una aperta… la apri ci metti la pezza… così fa la miccia…”).
Basile ha confermato l’esecuzione degli atti intimidatori.

Sono decine le intimidazioni che Basile avrebbe messo a segno come ricostruito nell’ordinanza che ha portato agli arresti di 90 tra boss e gregari dell’Acquasanta.

Le intimidazioni sarebbero state commissionate ai danni del Panificio Badalamenti in via dell’Arsenale N 32/B, alla “spaghetteria” “di Badalamenti”, adiacente ad un bar “di fronte al porto” ai danni Danimart in via Mondello 18/19, ai danni della Bodeguita cubana s.a.s. e alla  Impresim.

Giovanni Ferrante come accertato dalle indagini ha ordina a Basile di recarsi, unitamente a Roberto Gullotta in via Libertà a Palermo, al fine di individuare il locale denominato “La Cubana”, il quale dovrà essere, sempre secondo Ferrante, vittima di intimidazione attraverso il posizionamento di due bottiglie di benzina (“…vattene con Roberto in via Liberta’ (inc.) c’è la cubana… ci si devono mettere bottiglie di… una bottiglia di benzina anzi due saracinesche due bottiglie che questo ora sabato scende cento euro e ti prendi cento euro…”).

Nel prosieguo, Ferrante raccomanda particolare attenzione a Basile (“…niente non ti deve capire neanche… niente…” … “…un pass… un tocca e fuga…” … “…si ma non si deve capire…” … “…ah certo!…”) e invita Gullotta ad occuparsi del prelievo della benzina, al pagamento della quale provvederà, in un secondo momento, lo stesso Ferrante (“…riempigliela tu la benzina gli dici che poi ci passo io…”).

Continuando, Giovanni Ferrante ordina a Fabrizio Basile di recarsi, il giorno successivo, presso un cantiere edile situato di fronte “Oro colato”, in cui erano collocate impalcature appartenenti alla di Impresim.

Con riferimento a questa seconda attività, Giovanni Ferrante dispone modalità differenti per il compimento del progetto delittuoso: ordina infatti a “Fasolone” di presentarsi personalmente al capo mastro, col pretesto di essere alla ricerca di un lavoro (“…domani mattina…ma qua ci devi andare di bella ti puoi fare vedere tranquillo…di fronte a oro colato… faglielo vedere pure il ponte… vai a prendere il capo mastro e gli dici: “scusi chi è il capo mastro?” fai finta che cerchi lavoro…”) per minacciare lo stesso “di mettersi a posto”, pena la chiusura dell’intera attività edile (“…appena viene il capo mastro gli dici: “gli devi dire al principale…che si va a mettere a posto!” gli dici: “oggi ti faccio lavorare domani ve ne facciamo andare a casa appena ancora non si è andato a cercare…per mettersi …. ma qua ci puoi andare pure normale tranquillo…. “il capo mastro?” appena lui scende dal ponte gli dici: “Digli al principale che si va a mettere a posto, per oggi ti facciamo lavorare, domani ti facciamo smontare…”).

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