“Nessuna concreta soluzione al problema, sono ben 1,2 milioni di euro richiesti alla RAP dalle discariche di Catania per i conferimenti del solo mese di agosto, non assisteremo inermi al rischio di interruzione della continuità aziendale”.
Intervengono cosi, annunciando la possibile mobilitazione dei lavoratori se non ci saranno novità di rilievo, sulla vicenda della chiusura della discarica di Bellolampo e sui continui vertici di queste ultime settimane tra istituzioni, politica e azienda, Dionisio Giordano, segretario generale Fit Cisl, Pietro Caleca segretario regionale Uiltrasporti e Giuseppe Badagliacca segretario generale Fiadel, che aggiungono: “siamo allarmati dalla inefficacia delle soluzioni intraprese, spesso condivise tra le parti e poi disattese dalle stesse, con la certificazione comunque della inefficacia dell’azione del Governo regionale, del mancato rispetto degli impegni assunti e del serio rischio di far sprofondare la RAP in nuove problematiche economico-finanziarie”.
“Se per i conferimenti del solo mese di agosto le discariche catanesi hanno emesso fatture pari a 1,2 milioni di euro, è facile immaginare le serie difficoltà nelle quali il gestore pubblico di Palermo potrebbe a breve ritrovarsi. Dove sono gli aiuti economici annunciati dal governo regionale? Ci limitiamo a ricordare come la precoce saturazione della VI vasca, sia stata causata da ripetute ordinanze regionali che hanno imposto ai cancelli della discarica di Palermo di essere aperti a più di 50 comuni della provincia palermitana e di quella trapanese. E ancora, se la VII vasca non è ancora pronta e non è neanche messa a gara, ci aggiorni il governo regionale sul reale stato dell’arte di questa incompiuta”.
I sindacati aggiungono: “Serve, quindi, un cambio di passo di tutti gli attori interessati da questa emergenza che corre realmente il rischio di far saltare il già precario sistema rifiuti siciliano. E se è vero che il Comune di Palermo ha inteso irrobustire la governance della Rap con un CdA nuovo che vede comunque il ritorno di due consiglieri conoscitori della vicenda rifiuti palermitana; e se è vero che la Rap di Palermo ha finalmente un Direttore Generale, esperto del sistema rifiuti siciliano e convinto assertore della gestione pubblica del servizio, al quale è affidato il compito di rivitalizzare il gruppo dirigente e aumentare la produttività aziendale, adesso è arrivato il momento che la Regione si impegni concretamente per il superamento di questa criticità a partire dal trasferimento di quelle risorse economiche promesse e non ancora pervenute. La RAP non deve pagare per i ritardi di altri, siamo pronti a mobilitare i lavoratori” concludono i sindacati.
Quello che i sindacati non dicono ma che si paventa un po’ ovunque è il rischio fallimento. da una parte c’è la Rap che non può pagare questi costi se non rischiando di fare la fine dell’Amia, dall’altro c’è il Comune di Palermo la cui condizione economica finanziaria non gli permette di intervenire economicamente cosa che gli impedirebbe anche la legge secondo la quale i costi vanno ricaricati sulla tassa e dunque sui cittadini. Ma una simile impopolare scelta di aumentare la tari in modo esponenziale è veramente difficile da assumere.
C’è poi la Regione alla quale è stato chiesto un contributo straordinario per l’emergenza ma anche lì la cassa piange. infine ci sono le discariche private che intravedendo il rischio di non essere pagate e di doversi imbarcare in una annoso contenzioso hanno provato in tutti i modi ad evitare di prendere questi rifiuti rispettando alla lettera la legge.
Un vulnus non certo da poco, una impasse dalla quale non si vede via d’uscita
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