Rifiuti maleodoranti che restano in strada, pulizia praticamente impossibile ed emergenza sanitaria che non esiste per la Regione ma che i cittadini temono di continuo.

E’ critica la situazione rifiuti nelle località turistiche, balneari e di villeggiatura siciliane. L’emergenza rifiuti che si considera rientrata e che ha solo lambito le grandi città come Catania, Messina e Palermo, sta esplodendo in tutta la sua drammaticità nelle borgate estive prese d’assalto da residenti temporanei per il periodo delle vacanze.

E si prepara la rivolta dei sindaci delle località balneari contro l’ordinanza regionale emessa la scorsa notte che assegna quote precise per il conferimento dei rifiuti. I conti sono stati fatti sulla base del conferimento abituali di maggio o al massimo di giugno che non corrisponde ai mesi di luglio agosto e settembre quando la produzione può anche raddoppiare in queste aree.

Lunedì aprirà a tutti i comuni del comprensorio palermitano la discarica pubblica di Bellolampo chiusa da tre giorni al conferimento ad eccezione di Palermo e Ustica per consentire il montaggio e la messa in opera di un impianto aggiuntivo di biostabilizzazione dei rifiuti che permette di aumentare la quantità trattata ogni giorno. E anche a gela via libera alla realizzazione di un impianti TMB che permetterà di usare anche quella discarica in sicurezza.

Ma la crisi resta. Da Acireale fino a Carini, dal catanese al palermitano è un sollevamento contro le quote stabilite nell’ordinanza che rischiano di lasciare in strada metà e i rifiuti raccolti ogni giorno e non permettono di smaltire l’arretrato creatosi negli ultimi dieci giorni. Già dalle tre di questa mattina lunghe code di auto compattatori agli ingressi delle discariche

In settimana la vicenda dovrebbe tornare ad essere affrontata dal Ministero dell’Ambiente ma nel frattempo continuano i roghi improvvisati di rifiuti bruciati dai residenti che non tollerano più la puzza e continua la rivolta inascoltata dei sindaci.

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