Frontex addio. L’Unione europea si dota di una propria Guardia costiera e di frontiera che da settembre sarà operativa per affrontare le mille emergenze legate ai flussi migratori, con una struttura che si occuperà del controllo e della sicurezza delle frontiere esterne, garantendo al contempo la libera circolazione delle persone all’interno dello spazio Schengen.

“Per la prima volta, e finalmente, viene introdotto il principio di una gestione europea integrata delle frontiere – dice Michela Giuffrida, eurodeputato del PD – con un regolamento, votato oggi dal Parlamento europeo, che prevede una revisione completa del mandato di Frontex, la cui struttura sarà inglobata dalla Guardia costiera europea, attraverso un rafforzamento significativo delle sue competenze, funzioni, dotazioni in uomini e mezzi. E’ finalmente una risposta, ma certo non lo consideriamo un punto di arrivo – aggiunge Giuffrida – alla drammatica problematica che l’esodo migratorio ci impone di affrontare senza più indugi. Parlamento, Commissione, Consiglio si sono ritrovati attorno al concetto di responsabilità condivisa nell’istituzione di una cabina di regia europea che dovrà dare risposte tempestive ed efficaci nella gestione delle emergenze. Non possiamo più assistere a tragedie che si ripetono e che hanno trasformato il Mediterraneo in un cimitero. Né si può pensare, come fanno altri – sottolinea l’eurodeputato – di continuare a trincerarsi dietro giochi di parole e continua demagogia in assenza di proposte concrete”.

La valutazione delle vulnerabilità per un controllo efficace delle frontiere esterne, l’impiego di funzionari di collegamento con gli Stati membri, la procedura di attivazione entro 3 giorni degli interventi operativi urgenti con un contingente di 1.500 guardie di frontiera messe a disposizione da tutti gli Stati membri per il dispiegamento rapido, sono solo alcuni degli elementi di novità. L’attuale organico di Frontex passerà entro il 2020 a 550 unità mentre, complessivamente, l’Agenzia potrà contare entro il 2020 su 1000 addetti. Riorganizzare il sistema di pattugliamento sotto l’egida UE – commenta Giuffrida – è fondamentale per non lasciare ai singoli paesi, e l’Italia ne ha scontato le conseguenze senza per questo far mancare la propria concreta solidarietà ai migranti, l’onere della gestione dei flussi. L’istituzione dell’Agenzia consentirà ora di accrescere la solidarietà tra gli Stati membri, rafforzare l’integrazione per quanto riguarda la gestione delle frontiere e contribuire a prevenire le situazioni di crisi alle frontiere esterne”.

La proposta prevede inoltre un ruolo molto più incisivo dell’Agenzia in materia di rimpatri, il rafforzamento della sua capacità (personale, dotazione di bilancio, apparecchiature), una maggiore cooperazione con i paesi terzi, l’istituzione di una cooperazione europea sulle funzioni di guardia costiera. L’obiettivo è assistere gli Stati membri anche nell’organizzazione pratica delle operazioni di rimpatrio, senza per questo entrare nel merito delle decisioni di rimpatrio emanate dagli Stati membri.

Ma all’approvazione da parte degli esponenti del Pd si contrappone l’allarme dei 5 stelle: “Adesso si rischia seriamente di far diventare gli Stati frontiera del mediterraneo un grande campo profughi. Dalla Commissione – dice Ignazio Corrao – ci saremmo aspettati la revisione radicale del Regolamento di Dublino, la condivisione delle quote dei richiedenti asilo obbligatoria per tutti i paesi europei, l’istituzione di vie legali d’accesso. Nessuna delle tre proposte è arrivata in Parlamento”.

“In questa proposta – ha detto Corrao in aula – vi sono evidenti lacune democratiche perché dei burocrati non eletti ancora una volta andranno a sostituirsi al potere dei Governi e dei rappresentanti di questo parlamento, gli unici democraticamente eletti dai cittadini. Questo genere di proposta tra l’altro continuerà a promuovere i profitti delle industrie del settore militare che già vendono armi nelle aree di conflitto da cui fuggono i profughi e che adesso stanno traendo profitto dalla crescente militarizzazione delle frontiere dell’Unione europea, grazie alla loro potente lobby che detta la politica alla Commissione europea. L’italiana Finmeccanica-Leonardo è tra queste e poi ancora Indra o Thales. Finmeccanica, che ha già beneficiato di numerosi endorcement commerciali da parte del Governo italiano, ha identificato il controllo delle frontiere e i sistemi di sicurezza come uno dei driver principali per l’incremento degli ordini e dei ricavi. Il tutto a discapito della vita di milioni di persone. È troppo evidente – conclude Corrao – lo scollamento tra le priorità della Commissione Europea a quelle reali dei cittadini”.