Il Tribunale di Termini Imerese presieduto da Sandro Potestio con a latere i giudici Claudia Camilleri e Gregorio Balsamo ha assolto l’allora Sindaco Salvatore Burrafato dal reato di abuso in atti d’ufficio perché il fatto non sussiste.

Burrafato, difeso dagli avvocati Francesco Paolo Sanfilippo e Lillo Fiorello, era stato imputato perché , secondo la Procura della Repubblica, avrebbe indotto due dirigenti comunali ad avviare ingiustamente dei procedimenti disciplinari contro cinque dipendenti che lui avrebbe saputo essere estranei ai fatti oggetto delle stesse contestazioni.

Francesco Paolo Sanfilippo, avvocato

 

La vicenda risale al 2014, quando Burrafato era sindaco di Termini Imerese. Secondo l’accusa l’allora sindaco, nel settembre del 2014, avrebbe autorizzato il presidente del Rotary Club ad effettuare, dopo una cerimonia istituzionale, una cena all’interno della pinacoteca comunale.

 

Lillo Fiorello, avvocato

Pertanto il Presidente del Rotary, una volta ricevuto l’assenso da parte di Burrafato, avrebbe contattato un catering per allestire il banchetto all’interno del museo.

I dipendenti del catering, convinti di essere autorizzati, si sarebbero recati presso la pinacoteca per scaricare i tavoli ma sono stati bloccati dal custode del museo che avrebbe preteso un’autorizzazione più esplicita.

A quel punto è intervenuto un dipendente amministrativo del Museo il quale si è recato personalmente a Piazza Duomo per parlare Burrafato.

Ma poiché il sindaco si trovava in riunione con altri sindaci del comprensorio, il dipendente non è riuscito ad incontrarlo affrontando la questione con l’assessore. protempore.

Quest’ultimo, dopo una rapida consultazione con il sindaco, avrebbe autorizzato il dipendente a poter fare allestire esclusivamente l’occorrente per la cerimonia e non certo per la cena prevista a seguire. Purtuttavia sono stati montati i tavoli e gli allestimenti del banchetto all’interno del museo. Subito dopo qualcuno dopo aver scattato delle foto le ha pubblicate sui social innescando un’accesa polemica con tanto di reportage che attestava la predisposizione del banchetto e la chiusura del museo ai visitatori.

Secondo l’accusa, Salvatore Burrafato sarebbe tornato indietro sui propri passi impartendo la disposizione di smontare tutto e di limitarsi esclusivamente alla cerimonia istituzionale.

Poi l’ex sindaco, per limitate le responsabilità anche politiche viste le numerose critiche ricevute sui social, avrebbe preteso di trovare i colpevoli inducendo i dirigenti dei settori interessati a promuovere dei procedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti che avevano consentito il montaggio dei tavoli dentro il museo.

In realtà i dirigenti dei settori allora interessati avviarono in autonomia i procedimenti nei confronti di cinque dipendenti comunali che avrebbero consentito agli addetti del catering di accedere all’interno del Museo per predisporre i tavoli per effettuare la cena del Rotary.

Tutti i procedimenti disciplinari si conclusero con il pieno proscioglimento degli impiegati e quindi senza nessuna conseguenza per essi.

Burrafato si è sempre difeso dicendo intanto di non avere mai autorizzato la cena ma il servizio di buvette connesso direttamente con la cerimonia, come d’altronde era spesso avvenuto in altre diverse circostanze. E poi, soprattutto, di non aver mai spinto i dirigenti comunali ad intraprendere iniziative disciplinari nei confronti dei dipendenti comunali.

Nel corso del giudizio sono stati sentiti diversi testimoni, ed è emersa la totale estraneità dei fatti dell’allora sindaco. In particolare i dirigenti comunali interessati hanno chiarito che le iniziative disciplinari assunte erano frutto di loro esclusive e libere scelte e che non avevano subito alcuna forma di condizionamento o di pressione da parte del Burrafato.

I difensori dell’ex Sindaco hanno sostenuto che l’avvio dei procedimenti disciplinari era un’attività di esclusiva competenza dei dirigenti municipali sicché il reato di abuso in atti di ufficio contestato a Burrafato non poteva sussistere, non essendo l’attività di promozione dei procedimenti disciplinari un atto funzionale al suo ufficio di Sindaco.

Hanno inoltre dedotto che il Burrafato non aveva mai esercitato alcuna pressione per l’instaurazione dei procedimenti che erano stati frutto di iniziative autonome dei capi settori.

Quindi gli avvocati Fiorello e Sanfilippo hanno chiesto l’assoluzione del loro assistito.
Il Tribunale ha accolto la tesi difensiva ed ha assolto Burrafato perché il fatto non sussiste.

“Ho sempre avuto fiducia nella magistratura – dice Burrafato – e adesso che anche questo procedimento ha fatto il suo corso e si è concluso con la mia assoluzione con formula piena, poiché il fatto non sussiste, posso esprimere tutta la mia gioia per una vicenda finalmente chiusa. Ho affrontato questo processo a testa alta, consapevole della mia innocenza. Lo dico senza recriminazioni, perché è proprio in questi frangenti che bisogna mostrare il senso del rispetto delle istituzioni e continuare a nutrire fiducia nell’ordinamento giudiziario. Un sentimento sincero di gratitudine va ai miei legali che sono andati ben oltre le prerogative della difesa con la loro vicinanza affettiva durante il complesso iter processuale”.

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