Il 19 settembre del 2015 Francesco La Russa, licenziato e messo in mobilità dalla cava Buttitta di Trabia, confiscata alla mafia, si presentò sul posto e sparò uccidendo il direttore e il capo della cava, Gianluca Grimaldi e Giovanni Sorci.

Per il pm di Termini Imerese, Giacomo Brandini, l’uomo deve essere condannato all’ergastolo in quanto perfettamente capace di intendere e volere al momento del duplice omicidio.

La pubblica accusa, pur non contestando l’aggravante della crudeltà, non ha dubbi sulla premeditazione e la ferocia.

Ora, terminata la requisitoria e le arringhe, la parola passa al giudice dell’ udienza preliminare Stefania Gallì, che deciderà in abbreviato. In teoria il Gup potrebbe applicare lo sconto previsto per il rito e ridurre la pena a trent’ anni. Ma ci sono le aggravanti. E dunque la riduzione potrebbe riguardare solo il periodo di permanenza in isolamento diurno, collegato alla condanna.

La Russa, che in un primo momento fuggì, aveva poi confessato raccontando di essere stato licenziato perché aveva rifiutato il trasferimento a 10 chilometri di distanza, a Bagheria, altra sede dell’azienda in amministrazione giudiziaria.

Il suo legale, Francesco Paolo Sanfilippo, per evitare l’ergastolo, aveva depositato una consulenza psichiatrica dalla quale era emerso che il suo assistito era depresso. Il pm Brandini ha replicato con una consulenza dell’accusa, che sostiene invece che l’ imputato era perfettamente capace di intendere e di volere.