Passa ancora una volta da Catania il destino della giunta regionale di governo. Come successo due giorni fa quando i Centristi si sono incontrati nel capoluogo etneo da dove hanno formalizzato il loro addio alla giunta Crocetta, anche oggi è a Catania che si incontreranno gli esponenti di Alternativa Popolare, la formazione che fa riferimento ad Angelino Alfano.
E sarà proprio il leader Alfano a giungere, nel pomeriggio, a Catania per guidare Ap verso una scelta. Al centro del confronto c’è proprio la situazione della Regione siciliana. Il coordinatore regionale Castiglione ieri aveva sposato l’appello dei Centristi affermando che anche l’assessore Carlo Vermiglio avrebbe lasciato la giunta Crocetta.
Ma dopo la spaccatura in casa D’Alia, con l’assessore tecnico alla famiglia Carmencita Mangano che ha ufficializzato la propria scelta di restare con Crocetta così come faranno anche Mariella Lo Bello alle Attività Produttive e Luisa Lantieri dalle Autonomie Locali e Funzione Pubblica, tutto torna ad essere messo in discussione.
Un indubitabile successo per Crocetta lo stop alla crisi dovuto al ‘niet’ di Carmencita Mangano che, nonostante indicata da D’Alia per quel posto, adesso molla il suo ‘padrino’ per restare incollata alla poltrona per i 5 mesi di governo rimanenti. Un ragionamento che non fa una piega quello della Mangano, cosciente che qualunque cosa faccia non sarà più assessore al prossimo giro e non avrà un ruolo politico, decide di utilizzare tutto il tempo che ha a disposizione per affrontare temi e incassare stipendi.
Potrebbe fare altrettanto Carlo Vermiglio, tecnico anche lui ed esponente di Ncd prima e di Ap adesso solo sulla carta e forse neanche su quella, per così dire, ‘ufficiale’. Come la Mangano non rispondeva al telefono al segretario del suo partito, parimenti Vermiglio ieri non rispondeva a Dore Misuraca.
In fondo Ap in giunta con Crocetta non è mai entrata formalmente. La differenza con i centristi è proprio questa. D’Alia e compagni, quando si chiamavano Udc, hanno contribuito all’elezione del governatore, l’allore Ncd invece no ed oggi si sente più libero a prescindere dalla scvelta dell’assessore rtecnico.
Resta il fatto che i partiti non controllano più i propri assessori, tecnici o non tecnici che siano. La politica non esiste più e gli assessori decidono per se.
Oggi, dunque, Ap si riunisce e farà una scelta ma se anche Vermiglio sceglie di restare perchè mai lunedì il pd dovrebbe seguire le dimissioni chieste dai centristi? Improbabile, a quel punto, che assessori come Cracolici e Marziano, Contrafatto e Barbagallo, per motivi diversi e su schieramenti diversi dello scacchiere, decidano di rinunciare a 4 o 5 mesi di campagna elettorale da assessori.
Insomma se ieri mattina la crisi sembrava aperta, già in serata con il ‘niet’ della Mangano la crisi sembra più difficile da portare in rada. E col passare delle ore si disegna una sempre, maggiore possibilità del governatore di completare la sua opera di spaccatura dei partiti a vantaggio del suo trasversalismo. Con un solo dubbio. L’eventuale candidatura di Pietro Grasso potrebbe essere l’elemento di rottura, quello che convince Crocetta a farsi da parte per sostenere a sua volta l’ex procuratore
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