Cambiano le forme del lavoro. E cambia il modo di lavorare. Che non è più soltanto fabbrica e uffici. Anzi. A radicarsi sempre più nel costume, è il lavoro agile o intelligente. Il cosiddetto smartworking.

Una rivoluzione sociale e culturale che apre scenari innovativi e lancia sfide, pure al sindacato. Qui e ora, non in un futuro lontano e incerto. “Gia oggi – informa Rosanna Laplaca, della segreteria regionale Cisl – il 56% di coloro che beneficiano delle forme di lavoro agile, sono uomini: primi segnali, speriamo – aggiunge – in direzione della condivisione delle responsabilità familiari”.

Ma lo smartworking, se apre scenari pone interrogativi. Dal fronte della conciliazione vita-lavoro a quello della tutela di chi sceglie un percorso lavorativo che, per dirla con Mimmo Milazzo segretario della Cisl Sicilia, consente “il miglioramento significativo della qualità della vita del lavoratore e della sua famiglia”. Così, tiene a rimarcare la Cisl che “è indispensabile che l’introduzione del lavoro agile sia affidata prioritariamente alla contrattazione e non ad accordi individuali”. Il lavoro, infatti, è una realtà personale. Ma è soprattutto “un bene pubblico”, afferma Laplaca che nel pomeriggio di oggi ha introdotto un focus che la Cisl Sicilia ha dedicato alla contrattazione sociale come “segno politico e culturale nuovo”. Purché, sono parole della segretaria, “non si limiti all’azione rivendicativa ai tavoli istituzionali ma si muova per costruire processi di governance partecipata dei fattori che generano sviluppo nel territorio”.

La questione, che ha a che fare con i tanti aspetti delle politiche di welfare, “è stata al centro dell’assemblea programmatica e organizzativa che la Cisl siciliana ha celebrato nell’ottobre scorso”, ricorda Milazzo che del dibattito ha tirato le conclusioni. Ponendo l’accento sul concetto di “contrattazione di prossimità”. Meglio, sulle tre “parole-chiave – ha detto – che sono il cuore della strategia sociale della Cisl: decentramento, contrattazione e partecipazione”. “I cambiamenti epocali in corso anche nel mondo del lavoro – ha puntualizzato il numero uno della Cisl Sicilia – vanno governati anche alla luce di un approccio che valorizzi la dignità del lavoratore coniugando i suoi tempi di vita con quelli aziendali e con quelli sociali”.

Al meeting è intervenuta in videoconferenza Silvia Stefanovichj, del dipartimento Politiche sociali della Cisl nazionale. L’esperta ha segnalato che “il 42,7% delle madri che lavorano dichiara di avere problemi a conciliare gli impegni familiari con il lavoro”. Per fare un esempio, ha detto, in tema di asili nido e scuola materna, la copertura nazionale è del 21%. Ma le differenze territoriali sono assai marcate.

Tanto che “nelle Regioni del Sud il tasso di copertura è fermo all’11%”. Stefanovichj ha segnalato una serie di opportunità normative. Tra l’altro, il “fondo con una dotazione finanziaria di 10 milioni per il 2016 e 50 milioni annui a decorrere dal 2017, istituito dall’articolo 1 comma 204 della legge di Stabilità 2016”.
Da ricordare anche gli interventi di Delia Altavilla (“Conciliazione vita-lavoro: il work-life balance per lo sviluppo del territorio”), e di Antonio Dei Bardi, del vertice regionale della Fit Cisl.

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