I giudici della corte d’assise di appello presieduti da Angelo Pellino hanno confermato la condanna all’ergastolo per Salvatore Baglione marito della cantante neomelodica Piera Napoli avvenuto in casa in via Vanvitelli il 7 febbraio del 2021. La donna è stata uccisa con 40 coltellate dal marito che poco dopo il delitto si è consegnato ai carabinieri confessando l’omicidio.

Baglione è difeso dall’avvocato Daniele Lo Piparo. L’accusa è rappresentata dal procuratore generale Lia Sava e dal sostituto
Claudia Bevilacqua. La famiglia si è costituita parte civile nel processo, assieme ad alcune associazioni, con l’assistenza degli avvocati Massimiliano Ficarra, Francesca Legnazzi e Silvana Laura Terrasi, e sono state confermate le provvisionali per ben oltre mezzo milione già riconosciute.

Il marito reo confesso

L’uomo si era consegnato ai carabinieri e aveva confessato. I giudici hanno accolto le richieste della procura che riteneva l’imputato lucido durante il delitto efferato avvenuto in bagno, nella abitazione dei due coniugi in via Vanvitelli, nel quartiere Cruillas

Le fasi dopo il delitto

Subito dopo il delitto il marito si era ripulito, aveva lavato anche il coltello, si era anche preoccupato di allontanare i figli, perché non assistessero. Baglione ha avuto il tempo di postare su Facebook una frase sul “rispetto” accompagnata da una foto di Robert De Niro.

La decisione dei giudici

La decisione dei giudici dopo 4 ore di camera di consiglio. La famiglia della donna si era costituita parte civile assistita dagli avvocati Massimiliano Ficarra, Francesca Legnazzi e Silvana Terrasi.

Le pene aggiuntive e i risarcimenti alle parti civili

La corte ha dichiarato Salvatore Baglione interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, in stato di interdizione legale per la durata della pena. Tra le pene accessorie anche la decadenza della responsabilità genitoriale. Il marito di Piera Napoli è stato condannato a risarcire le parti civili assistite dagli avvocati Massimiliano Ficarra, Francesca Legnazzi e Silvana Terrasi. A titolo di risarcimento del danno, in primi grado, erano stati riconosciute provvisionali ai due genitori della donna per 100 mila euro ciascuno, alle due sorelle 40 mila euro. Ad una delle due in quanto tutrice dei tre figli 450 mila euro. Cinque associazioni impegnate nel contrastare la violenza sulle donne cinque mila euro ciascuna.

Articoli correlati