L’Opera pia cardinale Ernesto Ruffini rischia di chiudere per debiti. Servono due milioni e cinquecento mila euro e un necessario accordo con i lavoratori per salvare l’ente.

L’appello è staot lanciato ieri da monsignor Corrado Lorefice come presidente dell’Opcer, in quanto arcivescovo pro tempore.

La vicenda affonda le radici in una gestione passata poco accorta, con assunzioni su cui anche la Regione ha ritenuto di doverci vedere chiaro, e che monsignor Lorefice ha ereditato al momento del suo insediamento alla guida della diocesi di Palermo, meno di due anni fa.

Ma è dovuta anche alla progressiva riduzione del contributo regionale, secondo la legge 71 del 1982, che prima assegnava all’Opcer fondi anche per un milione di euro annui e che adesso arriva al massimo a 100 mila euro con lo stesso numero di dipendenti.

Se non saranno assunti alcuni interventi concreti di risparmio, l’Ipab potrebbe chiudere i battenti nelle prossime settimane e interrompere i servizi che vengono erogati in quartieri disagiati della città, come l’asilo nido alla Guadagna, la «Casa della Gioia» che ospita 30 minori migranti in convenzione con una cooperativa, la scuola di servizio sociale Santa Silvia con 250 studenti, il centro riabilitativo Cor con 21 disabili, il Villaggio dell’ospitalità con 20 anziani indigenti (il Comune deve versare 900 mila euro e si è già ai decreti ingiuntivi) e 43 famiglie in emergenza abitativa, che da mesi ormai versano una indennità di occupazione.

A soffrire sono i 43 dipendenti, che attendono undici stipendi arretrati e sono in grave difficoltà. C’è chi sta per perdere la casa, chi si è indebitato fino al collo con le finanziarie, chi si è impegnato perfino le fedi nuziali.

Lunedì mattina le parti si incontreranno.