La questione disoccupazione giovanile diventa sempre più pressante in tutta Italia: una vera emergenza sociale che rischia, prima o poi, di fare esplodere una vera e propria guerra civile tra generazioni diverse con i più giovani a fare la parte di coloro che hanno avuto un futuro tradito ed ogni sogno rubato.
Se ne fa un gran parlare, convegni, manifestazioni, programmi politici, etc,etc. Ma niente di realmente concreto quasi mai. Solo parole al vento, dal sapore elettoralistico, miste a passerelle politico – istituzionali che hanno troppo spesso le vesti di specchietto per le allodole: la politica, non solo quella siciliana per la verità, comunica iper attivismo che poi si scontra con i fatti e con le pastoie burocratiche spesso anche condizionate dai politici stessi.
Ed ecco che ancora una volta la sicilia però, burocrazia e politica insieme, si rende protagonista di una vicenda che dimostra plasticamente come nessun interesse reale sia posto verso la soluzione pratica dei problemi giovanili e del lavoro.
In tutta Italia è partita di recente la sperimentazione relativa all’assegno di ricollocazione che si sviluppa tramite la sinergia che c’è tra l’ANPAL – Agenzia Nazionale per le Politiche del Lavoro, i centri impiego e le agenzie di lavoro. Queste ultime sono soprattutto private e molto diffuse sul territorio e a differenza degli sportelli pubblici, hanno in molti casi più attenzione e probabilmente anche migliore contatto con il cosiddetto mondo del lavoro. Hanno maggiori e migliori collegamenti con il tessuto imprenditoriale, spesso sono state promosse ed organizzate da imprenditori accorti e sopratutto onesti.
Si tratta di una misura, questa sperimentazione, che consentirebbe ad oltre 30 mila giovani siciliani attualmente destinatari di assegni di disoccupazione, di trovare un lavoro vero in una modalità di raccordo efficiente tra istituzioni e tutti i settori produttivi, garantendogli un futuro ed il recupero di quella dignità personale che solo il lavoro è in grado di assicurare.
Ma le agenzie del lavoro siciliane non potranno fare nulla per questi giovani, non potranno aiutarli ad accedere alla sperimentazione ANPAL perchè la Regione Sicilana pare abbia dimenticato di trasmettere ad ANPAL stessa l’elenco delle agenzie abilitate a svolgere e condurre quanto necessario per avviare la sperimentazione nell’isola.
Una semplice dimenticanza, nulla di più, peraltro avvenuta anche in altre regioni di Italia. Ma la beffa è doppia per i siciliani: 30 mila giovani, percettori di assegno di disoccupazione, hanno ricevuto la lettera con indicazione di una buona notizia, la possibilità di uscire dallo stato di disoccupazione grazie ad un intervento istituzionale innovativo. Ma queste comunicazioni rimarranno lettera morta finché le istituzioni regionali non si saranno svegliate segnalando a chi gestisce la sperimentazione l’elenco dei soggetti abilitati a condurla in Sicilia. Senza questa comunicazione le agenzie del lavoro siciliane non potranno accreditarsi presso ANPAL che governa la sperimentazione sugli assegni di ricollocazione.
Le uniche speranze per i giovani siciliani su questo fronte rimarranno quelle poche agenzie interinali presenti in Sicilia ma accreditate sul territorio nazionale. Agenzie spesso meno vicine ai reali bisogni del territorio e dei singoli comparti produttivi che però potranno fare la parte del leone nei confronti delle più piccole realtà territoriali che operano secondo una filosofia più orientata dallo spirito di servizio e meno al profitto.
Ancora una volta una storia siciliana triste che domani qualcuno, probabilmente si affretterà a smentire offrendo motivazioni, spiegazioni e quant’altro inutile a risolvere la questione: i giovani siciliani hanno bisogno di lavoro. Senza lavoro non c’è speranza che la Sicilia trovi una strada per crescere, proliferare e sopravvivere ad una classe politica inadeguata quando non è inetta.
Fonte: Ragusaoggi.it
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