Udc spaccata contro Crocetta, Pd che non risponde alle provocazioni e sindaci silenziosi – Sono cadute nel vuoto provocando un fragoroso silenzio le dichiarazione di ieri del Presidente della Regione Rosario Crocetta che autodefinendosi il candidato più forte di tutti ed attaccando i sindaci di Palermo e Catania e praticamente tutti gli esponenti del suo partito aveva confermato la sua auto candidatura indipendente nel 2017.
Liquida con una battuta british la questione il sindaco di Catania Enzo Bianco che roteando la mano risponde a BlogSicilia soltanto ‘non ho letto questa intervista’ e passa oltre dopo aver detto, nei giorni scorsi, che servono le primarie. Non si preoccupa di rispondere il sindaco di Palermo Leoluca Orlando tirato in ballo da mille indiscrezioni ma che mai ha confermato o delle quali mai ha parlato e dunque lascia che siano altri a commentare. Non risponde ormai da settimane a Crocetta il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone che parla di scuola, di Ponte sullo stretto e così via.
L’unico sommovimento viene dall’unico partito di cui Crocetta non ha parlato affatto che, però, è in agitazione per suo conto da tempo e che l’altro ieri ha vissuto la spaccatura interna e l’annuncio, da parte della segreteria nazionale, dell’uscita dalla maggioranza alla Regione: l’Udc
La situazione Udc è complessa con il segretario nazionale Lorenzo Cesa che vuole pubblicamente lasciare la maggioranza dopo aver disconosciuto e commissariato i segretari regionale e provinciali, i nove deputati e i due assessori siciliani che, invece, restano al loro posto in silenzio e lasciano che a rispondere alle polemiche siano il segretario (disconosciuto) Adriano Frinchi.
L’Udc, almeno il partito nazionale, va verso la ricostruzione del centrodestra e una alleanza con le altre anime centriste da Mpa a Cantiere popolare. In Sicilia due deputati cercano di far rientrare la spaccatura. Sono il capogruppo Mimmo Turano, amico personale di Cesa e il cui voto è stato determinante per eleggerlo segretario, e il figliol prodigo Totò Lentini, tornato nell’Udc dopo un viaggio fra Articolo 4, Sicilia Democratica e Sicilia Futura.
Lentini rappresenta oggi una sorta di opposizione interna all’Udc siciliano anche se vorrebbe evitare la diaspora perseguita da Roma. Ed è lui ad attaccare frontalmente il presidente della Regione che ha sostenuto per anni
“Questo presidente vive sulla luna – dice a BlogSicilia Lentini -. Rimango sbalordito da queste sue affermazioni considerato il danno che ha prodotto alla nostra Sicilia.
“Il suo primo cerchio magico – prosegue Lentini – ha fallito completamente. Il secondo cerchio magico, quello dell’ultimo periodo è una delusione totale iniziando dalle improponibili nomine nelle partecipate e ancora più grave negli ospedali; personaggi talora senza neanche i titoli, né requisiti”.
Lentini si spinge a contestare anche l’affermazione con la quale Crocetta afferma che basta scendere per strada per comprendere come i siciliani lo amino “Mi domando se le sue passeggiate lui le faccia sulla luna, considerato che io non incontro sulla terra nessuno, che lo apprezzi così come lui dice….”
“Attendo con ansia la sua ricandidatura a presidente della Regione per vedere miseramente fallire i suoi propositi – dice Lentini con una inconsueta violenza verbale – e finalmente confrontarsi con la dura realtà. Per non parlare delle possibilità di vedere candidati gli adepti del suo “secondo cerchio magico”, visto che quelli del primo o non sono più con lui o hanno problemi di natura giudiziaria che ne impediscono la candidatura pur nel rispetto della presunzione di innocenza”.
E dunque, Lentini, l’Udc siciliana cosa farà allora. dalle sua parole sembra che segua le indicazioni romane
“Io spero si possa far rientrare la lite interna al partito ma sono convinto che dovremmo lasciarla questa maggioranza. ove possibile lavorare perfino per votare prima della naturale scadenza perché questo governo è stato un totale fallimento”
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