Assolti due imprenditori palermitani dall’accusa di bancarotta fraudolenta. Secondo l’originaria accusa avrebbero “distratto” beni strumentali e merci per un valore di circa 755 mila euro. Oggi però madre e figlio sono stati scagionati dalla quarta sezione penale del tribunale di Palermo “perché il fatto non sussiste”. Il pm Anna Battaglia aveva invocato la condanna a due anni e quattro mesi di reclusione ciascuno.

Chi sono

Assolti dall’accusa di bancarotta Rosalia Taranto, di 87 anni, e il figlio Antonio Di Pasquale, di 58. L’attività commerciale oggetto dell’indagine della guardia di finanza è stata la società “Trinacria Kid & Toys srl”, con sede in via Napoli. Il tribunale di Palermo dichiarò l’attività fallita il 20 gennaio 2014. Della società la Rosalia Taranto era rappresentante legale. Il figlio invece, secondo l’accusa, l’amministratore “di fatto”. A difendere l’anziana donna sono stati gli avvocati Concetta Coppola e Antonio Atria, mentre il Di Pasquale è stato assistito dagli avvocati Lorenzo Bonaventura e Corrado Sinatra.

Anche la prescrizione

Madre e figlio, inoltre, erano accusati anche di bancarotta documentale. Sempre l’originaria accusa parlava di sottrazione o distruzione di documenti “con lo scopo di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto”. O ancora di “di recare pregiudizio ai creditori, i libri e le altre scritture contabili previste dalla legge”. Questo reato, però, è stato derubricato in bancarotta semplice, per la quale è scattata la prescrizione. I fatti risalgono infatti al 2014.

Il recente caso nell’Agrigentino

Di storia di bancarotta la Sicilia ne è piena con le sue cronache quasi giornaliere. L’ultimo caso eclatante è accaduto nell’Agrigentino. La sezione della polizia giudiziaria della guardia di finanza e il nucleo di polizia economico-finanziaria hanno eseguito il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie rinvenute nei confronti del rappresentante legale della 3ESSE SNC. Con loro coinvolte anche altre 5 persone, titolari di fatto e di diritto di una società dichiarata fallita, dedita alla gestione di supermercati. Le attività avevano sede a Montallegro e con punti vendita in vari comuni della provincia agrigentina.

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