Dopo il successo ottenuto il mese scorso con l’esecuzione del Rach 2 (salutata da un’ovazione del pubblico e seguita da bis), Michail Pletnev ritorna al Politeama Garibaldi al fianco del maestro americano Ryan McAdams.

Il programma dei concerti

Il programma dei concerti di sabato 9 dicembre (alle 17.30) e domenica 10 dicembre (alle 17.30) è incentrato sul confronto fra due capolavori agli antipodi della musica russa degli inizi del Novecento come il Terzo Concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov (solista Michail Pletnev) e la suite da L’Uccello di fuoco di Stravinsky. Il tutto nel palinsesto della 64ma stagione concertistica dell’Orchestra Sinfonica Siciliana.

Il maestro Michail Pletnev

Nato nel 1957 ad Arcangelo, nell’estremo nord della Russia, Michail Pletnev ha iniziato la sua carriera internazionale conquistando a soli ventuno anni il Primo premio e la Medaglia d’Oro del Concorso Cajkovskji di Mosca, che molti considerano la più importante competizione pianistica del mondo. Attivo anche come direttore d’orchestra, ha inciso nel corso degli anni più di dieci dischi per l’etichetta Deutsche Grammophon, fra cui un leggendario doppio DC registrato dal vivo alla Carnegie Hall di New York. Il suo repertorio si dispiega attraverso le epoche e include le Sonate e Fantasie di Carl Philip Emanuel Bach, le ultime Sonate di Beethoven e tutte le più importanti pagine del periodo romantico, oltre naturalmente ai quattro Concerti per pianoforte e orchestra di Rachmaninov dei quali è considerato uno dei più autorevoli interpreti viventi. Le sue versioni dei balletti di Cajkovskji sono considerate un assoluto punto di riferimento pianistico del nostro tempo.

Il repertorio

Noto al grande pubblico come RACH 3 il Terzo concerto per pianoforte e orchestra è il più articolato e complesso fra i quattro composti da Rachmaninov. La prima esecuzione assoluta si è svolta a New York il 28 novembre 1909, con l’autore alla tastiera. In seguito sempre Rachmaninov ha eseguito il Concerto anche insieme a Gustav Mahler e molti anni dopo ne ha realizzato una famosa incisione discografica al fianco della Philadelphia Orchestra diretta da Eugene Ormandy. Nel corso degli anni, e grazie a grandi interpreti come Horowitz e lo stesso Pletnev, il cosiddetto RACH 3 è diventato un’icona del virtuosismo pianistico, paragonabile ai due Concerti di Liszt oppure, in tutt’altro contesto, ai 24 Capricci di Paganini. Questo frutto tardivo della grande tradizione romantica, ha vissuto un nuovo momento di notorietà negli anni Novanta del secolo scorso, grazie al film di Scott Hicks Shine.

Lo stesso anno in cui Rachmaninov presenta il suo Terzo Concerto, il più giovane Stravinsky si accinge a debuttare a Parigi con L’Uccello di fuoco, realizzato per la Compagnia dei Balletti Russi di Sergej Djagilev. I due compositori – Rachmaninov e Stravinsky – incarnano due volti contrapposti della musica novecentesca: da un lato l’evocazione di mondo ormai scomparso (il Romanticismo dopo il Romanticismo) e dall’altro il desiderio di spingere la musica verso gli orizzonti della modernità. Per uno strano scherzo del destino, si ritrovarono però a Los Angeles durante gli anni della Seconda guerra mondiale, quando Stravinsky “ritoccava” i suoi capolavori giovanili e Rachmaninov, dopo avere smesso di esibirsi in pubblico come pianista, scriveva le sue ultime composizioni e si dedicava – come hobby – all’apicultura.