Questa mattina Palermo ricorda il poliziotto Nino Agostino e la moglie Ida Castelluccio, uccisi dalla mafia il 5 agosto del 1989. Le commemorazioni sono iniziate alla stele che si trova a Villagrazia di Carini, sul lungomare Cristoforo Colombo, nei pressi del civico 629. Qui, nel luogo dell’eccidio, deposta una corona di alloro. A seguire nella cappella di San Michele Arcangelo della caserma Lungaro una santa messa in suffragio.
A ricordarli anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla. “Si rinnova oggi, nel trentaquattresimo anniversario della loro morte, il ricordo dell’agente Antonino Agostino, di sua moglie Ida Castelluccio e del figlio che portava in grembo, ferocemente uccisi dalla mafia il 5 agosto 1989. Il coraggio e il valore dell’agente Agostino sono ancora oggi testimonianza per quanti operano nelle forze dell’ordine. I quali mettono ogni giorno a rischio la loro vita per portare avanti la battaglia contro la mafia e la criminalità. Auspico che presto il percorso della giustizia possa finalmente fare luce sulle ombre che da anni aleggiano su questo delitto”.
Il poliziotto e la moglie Ida Castelluccio furono uccisi sul lungomare di Villagrazia di Carini da sicari giunti in moto. La crudeltà della mafia fu ancora più efferata poiché la morte colpì la coppia in una fase di estrema felicità della loro vita: a conclusione di un momento di convivialità familiare, i coniugi avevano appena comunicato ai parenti di aspettare un figlio. Antonino Agostino fu raggiunto per primo dai colpi dei killer e morì quasi sul colpo, facendo scudo alla moglie. La donna, anch’ella colpita intenzionalmente, sarebbe deceduta pochi minuti in ospedale.
Nel febbraio scorso i sostituti procuratori generali Umberto De Giglio e Domenico Gozzo hanno chiesto la conferma della condanna all’ergastolo del boss Nino Madonia, imputato degli omicidi. I magistrati nel corso della requisitoria hanno ribadito, citando le dichiarazioni di diversi pentiti come Vito Lo Forte, Gaspare Mutolo, Enzo Brusca, Giusto Di Natale, Francesco Di Carlo, Francesco Marino Mannoia, Giuseppe Marchese e Nino Giuffrè, che a determinare l’assassinio dell’agente e della moglie, incinta di pochi mesi, fu il suo lavoro e in particolare l’incarico di dare la caccia ai latitanti. Sulla vicenda è in corso un altro processo, col rito ordinario, in cui sono imputati il boss Gaetano Scotto, accusato di omicidio come Madonia, che scelse l’abbreviato, e Francesco Paolo Rizzuto, amico della vittima, imputato di favoreggiamento.