Ieri pomeriggio, dopo quasi quattro ore, è terminata l’autopsia sui corpi di Candida Giammona e Leon, madre e neonato morti dopo il parto a Palermo. Secondo le prime notizie, come riporta il Giornale di Sicilia, non si sarebbe verificata la rottura dell’utero indicata inizialmente come la causa che avrebbe portato all’aggravamento delle condizioni della donna che poi è morta al Buccheri La Ferla. 

Sono 4 i medici sotto indagine

Sulla vicenda la Procura ha aperto un’inchiesta che vede coinvolti quattro medici: i ginecologi Laura Carlino, Maria Genova, Salvatore Bevilacqua e il chirurgo Giovanni Spinnato. Rispondono di omicidio colposo. Le prime due dottoresse sono assistite dall’avvocato Sergio Monaco che è anche il legale della casa di cura Candela dove è avvenuto il parto. Secondo i legali dei medici, ci si sarebbe trovati “in presenza della rottura dell’utero che ha determinato la fuoriuscita del liquido amniotico. Da lì il diffondersi dell’infezione e la Cid (coagulazione intravasale disseminata) che ha portato alla morte sia della madre che del feto”. Tesi opposta quella sostenuta dal legale della famiglia di Candida, che accusa: la rottura dell’utero “non è causa di morte se viene gestita correttamente secondo linee guida e poi, da quanto si è appreso, l’organo era integro”.

La salma restituita ai familiari

Dopo l’autopsia la salma è stata riconsegnata alla famiglia. Allestita la camera ardente del Policlinico in attesa dei funerali, che si terranno domani a mezzogiorno nella chiesa di Sant’Ernesto in via Campolo.

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