Mancanza di chiarezza è quella che vige riguardo ai Liberi Consorzi comunali e sulle competenze.

Nel disegno di legge finanziaria approvato dalla Giunta di Governo, una norma autorizza la Regione a promuovere e sostenere l’offerta formativa universitaria decentrata, condiziona il riconoscimento del contributo annuale all’osservanza di alcuni adempimenti tra i quali “la fuoriuscita dei Liberi Consorzi comunali dalla compagine sociale”. Emerge ancora una volta una contraddizione con quanto già  disciplinato dal legislatore. Lo riferisce Madonienotizie.it

L’art. 27,non solo riconosce come funzione propria  il sostegno e lo sviluppo dei Consorzi Universitari presenti nel territorio, ma abilita i medesimi Liberi Consorzi comunali a mantenere la stabile partecipazione, in qualità di soci, in Consorzi Universitari già partecipati dalle ex Province regionali. La natura giuridica dei Liberi Consorzi comunali, più riconducibile all’autonomia funzionale e strumentale che a quella politica degli enti territoriali costituzionalmente necessari (Comuni, Province, Città metropolitane), impedisce ai medesimi di promuovere beni e servizi non strettamente correlati alle funzioni amministrative espressamente numerate dalla legge.
In forza di ciò, la scelta di aderire ad un Consorzio Universitario non può che appartenere al singolo Comune espressione dell’autonomia politica e non anche al Libero Consorzio comunale che rimane, non solo per definizione, un ente consortile dotato solo di autonomia amministrativa e finanziaria e non anche di quella politica.