Il presidente della Regione Siciliane Renato Schifani ha convocato la giunta regionale per discutere di due importantissimi punti all’ordine del giorno. Intanto il governatore ha lanciato l’allarme dopo che la Corte dei conti ha deciso di sospendere il giudizio sulla parifica regionale, un fatto che potrebbe portare le casse della Regione alla paralisi, come ha paventato lo stesso Schifani.

Intanto il presidente della Regione convoca la Giunta

Legge di stabilità e bilancio triennale 2023-25 sono all’ordine del giorno della riunione alle 14 della giunta regionale, presieduta da Renato Schifani. Sul tavolo dell’esecutivo anche le variazioni di bilancio per il triennio 2022-24 dopo l’accordo con lo Stato sui 200 milioni di euro.

L’allarme del presidente della Regione, “Sicilia vittima di conflitti tra poteri”

All’indomani della firma di un accordo con il ministro Giorgetti che porterà nelle casse siciliane 200 milioni di euro per risolvere il disallineamento del fondo sanitario, Schifani ha sottolineato l’urgenza di una legge specifica per risolvere il conflitto fra poteri dello Stato e in particolare fra Corte dei Conti e governo nazionale, ‘senza precedenti’ e di cui è ‘vittima’ la Sicilia.

Bene i 200 milioni per la sanità

La Regione intanto si assicura 200 milioni da Roma grazie all’accordo con Giorgetti.  Si tratta di un patto che assicura ossigeno per le casse della Regione Siciliana. Il governo nazionale si è impegnato a dare subito 200 milioni. La Regione un mese fa ne aveva chiesti 600 e a 200 si è arrivati al termine di una trattativa che va spiegata tornando indietro di parecchi anni. “Bene i 200 milioni relativi all’accordo firmato da me col ministro Giorgetti in ordine alla transazione di un maggior credito della mia Regione nei confronti dello Stato” dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani,  dopo l’accordo raggiunto con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Si tratta di soldi che risolvono una delle contestazioni mosse dalla Corte dei Conti al rendiconto della Regione. In pratica la Sicilia aveva gravato le rate del mutuo contratto per ripianare le perdite dovute alla maggiore spera sanitaria, proprio sui fondi per la sanità. Per la Corte, invece quel fondo deve servire per erogare le prestazioni e ilo mutuo va pagato dai fondi generali della Regione.

Restano oltre 700 milioni da accantonare

Con l’accordo firmato fra Palermo e Roma, fra Schifani e Giorgetti, restano, però, oltre 700 milioni di accantonare rispetto ai 2,2 miliardi generali del ripiano spalmato in dieci anni e che, secondo la Corte, deve invece essere pagato in soli tre anni

Una legge che chiarisca

“Adesso occorre urgentemente una norma molto nota al governo, e sulla quale mi sono intrattenuto a lungo con quest’ultimo più volte, unitamente ad assessori della mia giunta di altri partiti, – continua il presidente – una norma che rimuova gli effetti della inopinata sospensione del giudizio del consuntivo 2020 da parte della Corte dei Conti che ha impugnato davanti la Corte costituzionale un provvedimento legislativo a firma Conte-Mattarella. Quest’ultimo autorizzava la spalmatura del disavanzo ereditato nel 2018 dal governo Crocetta in dieci anni. Una norma rispettata dal predetto organo contabile nel corso del precedente anno, e inaspettatamente contestata l’anno successivo con la conseguente paralisi del bilancio regionale siciliano”.

Conflitto senza precedenti

“Un conflitto di poteri senza precedenti tra due organi dello Stato, e cioè Corte dei Conti e governo nazionale, – conclude il governatore – in cui parte lesa è la Regione da me guidata da soli due mesi. Confidiamo che il governo nazionale farà chiarezza legislativa su questo increscioso episodio, al fine di evitare conseguenze disastrose sulle finanze di una incolpevole Regione che sta sistematicamente sforzandosi di assicurare continuità di buon governo ai siciliani”.

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