Quasi un miliardo di accantonamenti aspettando da Roma il salva Sicilia e dunque i soldi ma anche una soluzione al contenzioso sollevato dalla Corte dei Conti sul rendiconto generale 2020.

Bilancio e legge di stabilità in giunta regionale

Fa i primi passi in giunta la manovra finanziaria per il 2023. L’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, ha presentato nel corso dell’ultima riunione di giunta i testi di bilancio e legge di stabilità. Alcuni assessori hanno avanzato delle proposte, l’assessore le ha acquisite per cui la discussione è stata aggiornata alla prossima riunione di governo, probabilmente già domani, lunedì 19 dicembre.

Manovra pronta entro Natale nelle intenzioni di Falcone

Come anticipato nei giorni scorsi, l’assessore Falcone sta tentando accelerare sperando che i testi possano essere trasmessi al più pesto all’Ars e che l’aula dia il via libera entro la fine dell’anno, evitando l’esercizio provvisorio. L’impegno era quello di presentarla entro Natale

Una specie di “miracolo”, l’espressione usata più volte da Falcone nei giorni scorsi, anche perché i tempi sono davvero stringenti considerando i tempi imposti dal regolamento parlamentare. E per il governo Schifani sarebbe un successo, dopo che si è ricorso all’esercizio provvisorio negli ultimi 20 anni (l’ultimo “ordinario” risale alla presidenza Cuffaro), mentre per i 5 anni dell’esecutivo Musumeci per due volte l’esercizio provvisorio c’è stato, anche se durato poco, con il bilancio approvato tra gennaio e febbraio.

Esercizio provvisorio non escluso

Ma falcone è realista anche se resta ottimista. E’ consapevole che il ricorso all’esercizio provvisorio è una opzione da tenere sempre nel cassetto del comodino, pronti a tirarla fuori se necessario. “Se dovesse essere necessario ricorreremo ad un esercizio provvisorio di breve durata giusto per consentire all’aula l’analisi del documento in tempio ragionevoli”

Legge snella, meno di 20 articoli

Da quanto si apprende, il ddl di stabilità sarebbe composto da una quindicina di articoli, in prevalenza interventi a sostegno degli enti locali con la costituzione di un nuovo fondo e l’eliminazione delle “riserve”. Si parla di interventi per sbloccare il turnover dei consorzi di bonifica e di una nuova impostazione finanziaria dell’Arpa per dare seguito ad alcune osservazioni della Corte dei conti. Un ddl tecnico, insomma, per rinviare il “cuore” della manovra al prossimo anno.

La risposta alla Corte dei Conti

Nonostante le dichiarazioni a caldo il bilancio di previsione 2023 darebbe discontinuità alla strategia economica sul disallineamento rispetto al passato e risponderebbe alle sollecitazioni della Corte dei Conti Tant’è che nel ddl stabilità ci sarebbe un accantonamento di 935 milioni di euro, col conseguente congelamento di alcuni capitoli di bilancio che verrebbero poi rimpinguati con i fondi al centro della trattativa in corso col governo nazionale.

I soldi da Roma

Si tratta di ottenere la retrocessione delle accise ma gli ultimi importi in discussione parlano di poco più di 200 milioni di euro, del tutto insufficienti a risolvere la situazione anche se già un riconoscimento che metterebbe a posto alcune ‘pratiche e consentirebbe di far retrocedere gli accantonamento da 935 a circa 700 milioni

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