Nessuno vorrebbe ripetere l’esame di maturità o meglio riprovare ‘l’ebbrezza’ di quei momenti, rimasti scolpiti nella memoria. Non sembrerebbe così per la deputata nazionale M5s Chiara Di Benedetto che ha svolto la traccia di italiano sul rapporto tra nuove tecnologie e lavoro, ricavata da un articolo del giornalista Enrico Marro su un rapporto dell’Onu circa gli effetti dell’automazione nei Paesi meno industrializzati.

La parlamentare 5stelle ha pubblicato il compito sul suo blog, chiaradibenedetto.it, ritenendolo “un esperimento politico e formativo”.

“È del tutto fondata – ha scritto Di Benedetto – l’ipotesi di una perdita della manodopera per causa dell’evoluzione tecnologica, peraltro confermata da un ampio studio promosso dai 5stelle”. “Nei primi anni del 2000 – ha proseguito la parlamentare – echeggiava il dibattito sulla riduzione dell’orario di lavoro come risposta al crescente impiego delle macchine automatizzate”.

Poi, ha aggiunto la parlamentare, “il liberismo ebbe la meglio» e in Europa si affermò «il dominio burocratico sulle scelte di politica economica”. Ma “alla schiavizzazione dei lavoratori – ha concluso Di Benedetto – il Movimento 5stelle ha opposto” il “reddito universale di cittadinanza”, “essenziale per ricostruire un tessuto politico ed economico capace di assicurare un futuro migliore alla comunità, fatto di sviluppo sostenibile» e “dell’utilizzo delle nuove tecnologie come strumenti di resistenza ed emancipazione democratica”.